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ISTITUZIONI

CHIRURGICHE

DI

G. B. M O N T E G G I A

D. Med. Chir. , Membro dell’ Istituto R. I. , Professore di Chirurgia nelle Scuole Speciali , Chirurgo mag¬ giore del grande Spedale di Milano, Socio dell’ Ac¬ cademia Italiana, di ijuella di Genova, ee.

EDIZIONE SECONDA

riveduta ed accresciuta dall’ autore,

VOL. V.

MILANO

Presso Maspero e Buocher successori dei Galeazzi in Contrada S. Margherita, n. 1108.

I 8 I 4*

/

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi , essendosi adempiuto quanto esse pre- scrivono»

IMPRESSA PER G. PIROTTA

IN AlILANO.

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ISTITUZIONI

CHIRURGICHE.

PARTE SECONDA Lesioni violente.

CAPO XVI.

Lussazioni in generale,

I. (Chiamasi lussazione una mutazione preterna¬ turale di luogo , che accade ad un osso , mobil¬ mente articolato con un altro , abbandonando esso del tutto , o in parte la sua prima sede articolare.

2. Conviene però , che la corrispondenza delle due ossa sìa tolta permanentemente ad un grado oltre il naturale , perchè del resto quella si cangia ad un certo segno anche ne’ movimenti naturali senza che siavi lussazione. Così nella forte dedu¬ zione della coscia , una porzione del capo del fe¬ more sporge fuori della cavità cotiloide alla parte internarla mascella inferiore, sotto la più forte a- pertura della bocca , abbandona in parte la cavità glenoidea , e poi vi ritorna senza essere lussata ec.

4

Lussazioni

3. La lussazione dicesl perfetta , o compiuta , (quando la parte articolata di un osso ha totalmente abbandonata la caviti , o faccia articolare cartila¬ ginosa deir altro , In modo che desse più non si torcano ; ma se le due ossa conservano tuttora G[ual- che' contatto e combaciamento articolare paizlale, ancf-rchè ciò sia con porzioni superficie non solita a toccarsi , la lussazione è imperfetta , in^ compiuta ( sublujcatio ) ; se il cubito p. e. si è slo¬ gato lateralmente in modo che la sua cavità sig¬ moide più non tocchi la carrucola delT omero , la lussazione sarà perfetta ; ma se questa trovasi an¬ cora applicata ad una delle due eminenze di quel¬ la , la lussazione non è che imperfetta.

4. La lussazione incompiuta è più ordinarla nelle artìcalazioni a ginglimo , ossia cerniera , che in quelle così dette per enartrosi , o a ginocchio , cioè dove una testa rotonda è ricevuta in una fos¬ sa uniforme di corrispondente figura , nelle quali ultime articolazioni o la testa sorte del tutto, ose sdrucciolata fuori solamente in parte , vi torna a cascar dentro da se medesima. Se la testa fuori u- sclta rimane ancora poggiata sul margine della ca¬ vità articolare , anche questa lussazione viene chia¬ mata da alcuni incompiuta , benché meno propria¬ mente , perchè dessa è tutta fuori della cavità , e le superficie articolari cartilaginose non si torcano più in alcun punto ; e vi ha solamente la differenza , per altro rlflessibìle , che quando la testa sfugge più da lontano , esce anche del tutto dalla cavità capsulare , e s’ inverte T azione de’ muscoli , onde anch’ essi tendono a tenerla fuor di luogo , men¬ tre restando sul margine della nìcchia ossea , può essere ancora contenuta dentro del legamento e ri¬ condotta da’ muscoli stessi alla sua sede naturale.

5

in ^'enenile.

5. Nelle arùcolaxloni a gingillo sono solamente le lussazioni laterali che si fanno sovente imperfet« te , ma quelle che fannosi nella direzione del loro più grande movimento , cioè all’ innanzi o all’ in¬ dietro , sogliono essere anch’ esse compiute , a me¬ no che non vi osti la grande estensione di contatto, come sarebbe ai ginocchio , dove perciò anche que¬ ste sono più d’ ordinario Incompiute.

6. Per dare un’ Idea più chiara sulla pervertita azione de’ muscoli , che si è accennata (4) , si pren¬ da esemplo dalla mascella. I muscoli crotabte e massetere sono elevatori di essa Iq^^ istato naturale , ma quando i suol condili sono trascorsi dinanzi all’ apofisi zigomatica , l’ azione di que' muscoli alza il didietro della mascella, abbassandone il davanti, ed aprendo la bocca. RIportinsì i condili dietro la detta apofisi, sicché la linea di loro azione si tro¬ vi anteriore a’ condili stessi , ed allora ripigliano i detti muscoli la loro azione naturale, tendente a ricondurre o a mantenere gli stessi condili neWa loro sede naturale , dove prima contribuivano a te¬ nerli fuori di luogo. Lo stesso pervertimento nell* azione de’ muscoli ha pur luogo più o meno in al¬ tre slogature , a misura altresì dello scostamento plà o mea grande dell’ osso slogato dalla sua sede. Pel quali sviamenti egli accade che gli stessi rauscolS fanno ostacolo allo slogamento , e di poi il pro¬ muovono , il mantengono, e si oppongono alla ridu¬ zione , e quando poi 1* osso vien^} rlawlcìnato alla sua articolazione , tornano essi ad agire in senso giusto , e lo traggono in cavità (a).

(a) Léveillé^ Nou^^, dectr, ohir, t9m» 2. chap. t.

Lesioni

6

7. Altri pure han dato il nome di lussazione In¬ compiuta allo ^ogamento di una sola articolazione appartenente ad un osso , il quale ne abbia due , quali sono la mascella inferiore e le vertebre , re¬ lativamente alle giunture delle apofisi oblique ; ma liccome la lussazione da quel lato ove si trova , porta i caratteri di completa, meglio è distinguere altrimenti la lussazione di un solo lato da quella di ambedue, come diremo a suo luogo.

8. Nelle lussazioni dette incompiute delle giun¬ ture per enartrosi, o per atrodia , cioè quando la testa deir osso slogato si ferma sul margine della cavità articolare , può essere , come si disse , che i legamenti sieno solamente distesi senza essere la¬ cerati ; ma nelle lussazioni di quelle a ginglimo , comechè la lussazione sìa incompiuta , è difficile che non si faccia lacerazione de’ legamenti laterali, che In questi luoghi delle articolazioni si trovano piu corti e serrati. Nelle lussazioni compiute poi e violente si può ammettere per un fatto abbastan¬ za generale, che ì detti legamenti si lacerino sem¬ pre, e per tale rottura e lacerazione lascino scap¬ par fuori la testa dell’ osso slogato , la quale per¬ ciò esce non sole dalla cavità dell’ osso corrispon¬ dente, ma anche da tutta la cavità circoscritta dal legamento capsulare. Ben. Bell (a) e Kirkland (b) dicono che il legamento capsulare suole stracriarsi intorno al collo deli* osso ; ma le sezioni anatomi¬ che da me fatte, specialmente nelle vecchie lussa¬ zioni del femore , mi provarono , che d’ ordinario la lacerazione si fa piuttosto vicino al margine del-

(a) Islituzioni di chirurgia voi. 6. cap. 40, trad. itaL

(b) ^ppeni. io thè vhs. upon Poti.

iìi generale, ^

ìà cavità articolare , da cui distaccasi il legamen¬ to per un tratto più o meno grande di circonfe¬ renza , risultandone una fessura tra T orlo articolare ed il legamento, invece di farsi un foro nel lega¬ mento medesimo ; ciò che però non nego che pos¬ sa in qualche caso accadere,

g. Qualche volta la testa dell’ osso slogato sorte non solo dalla capsula articolare, ma fora anche i muscoli e la pelle , e sporge fuori nuda per la ferita ; ed allora la lussazione si dice complicata ; il quale aggiunto si dh ancora alle lussazioni con frattura dell’ osso medesimo slogato , o di un altro prossimamente legato al medesimo ; ovvero con gra- fc contusione, spandimento di sangue, offesa di vasi grossi o di nervi , inhammazione flemmonosa , convulsioni , cancrena.

IO. Le lussazioni sogliono accadere per uno de* movimenti delle ossa articolate portato ad un ec¬ ce so straordinario , e si fanno all’ opposto della direzione di quel disordinato movimento ; onde p. e. quando la coscia viene spìnta ad un grado ecces¬ sivo di adduzione , ìa testa del femore si slogherà all’ infuori ; nella deduzione , all’ indentro ; nella fles¬ sione , all’ ingiù, e nella troppa estensione, all’ insù. Se poi la coscia verrà portata ad un’attitudine e- strema e forzata , la quale sia mista di adduzione ed estensione , la lussazione si farà tanto più fa¬ cilmente , ed il capo dell’ osso si dirigerà in alto ed in fuori , e così discorrendo.

1 Altre volte le ossa si slogano non solo per una forza , che le spìnge oltre i ilmlti del loro na¬ turai movimento , stando ancora nella direzione del medesimo movimento ; ma si aggiunge un' altra for¬ za , che concorre a cacciar l’ asso fuori di luog#

Lussazioni

8

in altra direzione , dopoché I due pezzi articolati non si corrispondono , possono più contrastarsi r un i' altro , una volta cominciati a spostarsi. Se uno cade sopra il palmo della mano , questa si torce con violenza verso V estensione , il carpo vie¬ ne spinto forzatamente In avanti ^ e quand’ esso è così spostato , che non contrasta più colla estremità inferiore dell’ antibraccio , la forza stessa della ca¬ duta spinge in su le ossa del Carpo , e in giù quelle dell’ antibraccio, facendole accavallare le une sopra delle altre.

12, Alcune lussazioni fanno passivamente per solo difetto ne’ ritegni dell’osso. Vidi un uomo col

D

malleolo esterno sporgente In fuori ed il piede ri¬ volto In dentro con semllussazione d’ esso pure all’ In¬ fuori, venuta da un taglio ricevuto alla parte ester¬ na dell’ articolazione del piede , al disotto di quel malleolo , forse perchè nella cura non si abbia a- vuta la diligenza di contener l' osso e le altre parti avvicinate in modo da unirle In giusta situazione ; ìmhert (a) osservò in un ascesso vajuoloso alla sca¬ pola sporger fuori l’ estremità posteriore della cla¬ vicola , la quale rimessa dentro , si ottenne la gua¬ rigione senza esfogliazione , o difetto veruno ; e Manzottl la terza costa sporgente fuori della sua articolazione collo sterno per ulcera venerea , che aveva corrose le fibre del gran pettorale e la cap¬ sula legamentosa (b).

13. Nelle articolazioni essendo ordinariamente un sol osso che muovesi sopra dell’altro, Il qua¬ le per lo più resta immobile , 1' osso medesimo ,

(a) Journal de Méd. tom. j8.

{h) Dissertazioni chirurg. pag, iis.

in generale» Q

t?!ie esè^uisce i movimenti , è appunto quello cliè suole slogarsi. Quindi nell’ articolazione dell’ omero colla scapola , 1’ omero è quello che si muove , ed è pur desso che si sloga ; nell' articolazione deiran*^ libraccio coir omero i movimenti , e per conseguen’^ za anche la lussazione , appartengono al primo.

14. Nella maggior parte delle articolazioni Posso inferiore ^ quello che si muove sul superiore , e che pure sloga , eccettuata quella dell’ occipite sulla prima vertebra, come anche rartlcolazìone tutte le vertebre tra di loro , e coll’ osso sacro , ove la parte superiore suol muoversi , e per conse¬ guenza anche slogarsi sull’ inferiore. In certe occa¬ sioni però j anche parlando delle ossa delle estre¬ mità , succede per opposta guisa , che il superiore si muova sull’ inferiore , come il pelvi sul femore , questo sul ginocchio ec. E così pure talvolta nelle lussazioni è Y osso men solito a muoversi , il quale viene a slogarsi ^ o vi concorrono ambedue , come quando cadendo sulle mani , si sloga in avanti l’ e- stremità inferiore delle ossa dell’ antibracGio : quan¬ do, rotta all’infuori la fibola , si sloga all’ in* dentro la tibia. Ad un uomo , mentre cavalcava rasente un muro , colle cosce e gambe immobil¬ mente strette contro il cavallo , ed I piedi nelle staffe , r urto e Io sfregamento contro II muro gli fece voltare con violenza la vita , e segnatamente il catino da un lato , senza che la corrispondente coscia tenesse dietro a questo movimento, ed in quest’ atto slogossi il femore ; la qual lussazione si fece per conseguenza non già conforme al solito per uno sconcio movimento della coscia , ma pec quello del catino.

i5. Nelle ariicolazlom a ginglimo le ossa non

Lussazioni

si possono slogare , che In quattro (direzioni , ma in quelle a ginocchio accadono le lussazioni In più versi , onde le distinzioni degli slogamenti in an¬ teriore , posteriore , interno ed esterno ; ovvero in anteriore e insieme superiore , anteriore inferiore . posteriore superiore, e posteriore inferiore; oltre a diverse altre gradazioni intermedie , che possono aver luogo , fuori delle nominate.

16. E’ più facile ad accadere la lussazione nel¬ la direzione de' maggiori movimenti della parte ; quindi nelle giunture ginglìmoidi accade più so¬ vente la lussazione anteriore e posteriore , che la laterale. In oltre è più frequente la lussazione com¬ piuta, che r Incompiuta, eccettuate le lussazioni la¬ terali delle giunture a glnglìmo , che per la lar¬ ghezza trasversale dell* artìcolo , per la forza de’ legamenti lateiall , e talvolta per alcune eminenze ossee, che custodiscono dai lati l’ articolazione , sono più di spesso incompiute. Anche le articola¬ zioni a ginocchio non sono egualmenre facili a lussarsi da tutte le parti egualmente » essendo V ar¬ ticolazione in alcuni luoghi sormontata e difesa da apofìsi , e in altri più bassa , o mancante di mar¬ gini , o meno fortificata da* soprapposti legamenti e muscoli , o esposta a movimenti più illimitati.

17. Se il capo dell* osso slogato si porta più in su della sua sede. Il membro accorcia, e al¬ lunga nel caso contrarlo ; onde ne viene che nelle lussazioni superiori vi suol esser accorciamento , e nelle inferiori allungamento. La contrazione però de’ muscoli , tendente a trarre all’ insù 1’ osso slo¬ gato , fa essere più frequente 1’ accorciamento , che r allungamento , per cui è d’ uopo che l’ osso trovi un appoggio da poter resìslern all’ azione muscolare.

in generale» 1 1

E' raro che la lunghezza rimanga eguale : Ippa^- crate disse ciò accadere nella lussazione semplice- niente anteriore della coscia.

18. Si da pure il raro caso d’essere il membro per una sofferta violenza divenuto più corto o piu lungo , senza frattura o slogamento. Vermandois riferisce 1' esempio della caduta sul gran trocantere in un giovane , onde venne dolor forte e lunghez¬ za accresciuta di un pollice. Il dolore svanì in 14 giorni , e la lunghezza in due mesi (a). Nel mal coxarlo si fa allungamento per la gonfiezza delle pani articolate , e quindi accorciamento per la loro corrosione, senza che in molti casi succeda lussa¬ zione ( P. I. c. 18. §. 760. e segu. ).

19. Di più la parte lussata suole voltarsi o in¬ clinarsi in direzione opposta alla lussazione , cioè quando il capo dell’ osso si sloga all’ indentro , la parte opposta si volta all’ infuori ; se 1' osso si slo¬ ga verso della flessione , Il membro inclinasi all’ e- stenslone ; o per meglio dire , rimane 1’ osso in quella medesima estrema attitudine, in cui accadde lo slogamento ; ma per io più un po’ meno. Que¬ sta inclinazione de’ membri lussati viene da Petit attribuita alla sola azione de' muscoli collocati nei lato opposto alla lussazione , x quali per essere di¬ venuti più lontani dall’ osso , in cui s’ inseriscono , restano più tirati , e per conseguenza si sforzano di trarlo a se più vicino ; ma questa non ^ la soia cagione , perchè oltre al richiedersi quella stessa contraria inclinazione per Islogare l’osso (io), è anche indispensabile , che quando una parte d’ un

(a) Journ. Méà, tom. éé, 376(5.

/

S2 Lussazioni

corpo inflessibile s* inclina da un Iato , l’ altra si volti al contrarlo. Anche sullo scheletro spogliato di muscoli non si può slogare in avanti il carpo , senza voltare la mano all’ indietro ; e Petit stesso in altro luogo , cioè in parlando delle lussazioni della spina (a) , confessa non nascere la difettosa inclinazione da viziata direzione da’ muscoli, ma dalle ossa medesime,

20. Il capo dell' osso slogato, specialmente nelle articolazioni a ginocchio , alle volte rimane a quel punto , ove fu portato nel primo impulso della lus¬ sazione , e questa allora dìcesi primitiva , o forse meglio immediata ; mentre altre volte 1’ azione de’ muscoli , 1 movimenti fatti fare alla parte , o un nuovo impulso , trasportano V osso slogato dalla sua sede primitiva in altra più lontana ; ciò che chia¬ masi lussazione consecutiva ^ o piuttosto secondaria^ perchè così potrassi ritenere il nome di lussazione primitiva per quella che fassi violentemente in un sol colpo; e consecutiva chiamare quella, che non all’ atto della sofferta violenza , ma alcun tempo di poi osservasi accadere per una infiammazione arti¬ colare , o altra morbosità che insorga a spingere r osso fuori dell’ articolazione.

21. Le cagioni delle lussazioni sono esterne ed interne. Tra le prime sono le cadute , le percosse , gli urti , ed altre violenze esteriori ; e fra le in¬ terne, gli sforzi muscolari , le convulsioni , la para¬ lisi , la rilassatezza de’ legamenti , le concrezioni tofacee , le esostosi ed altre gonfiezze, o la in¬ fiammazione , suppurazione e carie articolare. Il

(e) Trattalo de’ mali delle ossa tom, i. cap. 4.

ili generate, l3

Latta vide lo slogamento dell’ omero sinistro per de bolezza indotta da una diarrea abituale , e ^ppo- cinte lasciò scritto , che i buoi magri sulla fine d’ inverno si spallano più frequentemente che in al¬ tri tempi. Le cause esterne soglion produrre la lus¬ sazione in modo violento e subitaneo; mentre le ìnteine agir segiiono a poco a poco, non gettan¬ do che ientameiiie V osso fuori di luogo ; nel qual diverso procedere però delie cause produttrici si qualche ectezione; imperciocché p. e. gli sforzi muscolari e le convulsioni , che pur sono tra le cagioni interne , producono una lussazione subita¬ nea ; mentre per lo contrario alle volte una forte contusione articolare , senza cagionare sul subito una lussazione immediata , fa nascere V infiamma¬ zione e suppurazione articolare , in conseguenza della quale si forma a poco a poco la lussazione , come si è detto.

22. I segni delle lussazioni in generale sono una mancanza , o cavità al sito dell’ articolazione ah» bandonata dall’ osso slogato ; il tumore dove questo è morbosamente portato; l’accorciamento o V allungamento del membro , secondo che V osso si é portato più in alto o più in basso della sua sede naturale; la mutata direzione del membro, la di cui parte opposta si volta necessariamente in con¬ trario allo slogamento; oltre poi alla morbosa fi¬ gura e disposizione di tutta V articolazione , il do¬ lor forte, e la somma diificoltà, o impossibilità assoluta de' movimenti.

28 A riconoscere ì cangiamenti fattisi nell' ar* ticolazione in grazia dello slogamento serve di base r altronde nota configurazione naturale della parte, a cui si aggiugne il confronto, che si fa sull’ in-

Lu ss azioni

H

divlduo stesso , esaminando la parte opposta in istato sano ; sul qual proposito però è da ricordarsi il caso narrato da Galeno , di una lussazione del* l’omero, la quale non venne riconosciuta, perché eravi un sìmil difetto all’ altr’ omero, in conseguenza d’ una precedente analoga lesione non ricomposta ; ina questo sbaglio suppone una certa rozzezza in chi lo commette, come in fatti Galeno non si la¬ sciò imporre da quell’ Ingannevole apparenza.

24* Le lussazioni incompiute sono più difficili a conoscersi delle compiute.

25. 11 Latta dice che lo scropio o crepito non si sente che nelle fratture delle ossa; ma questa as¬ serzione soffre delle eccezioni , che sarebbe perico¬ losa cosa l' escludere. Ho trovato replicatamente che in certe lussazioni , e specialmente In quelle del cubito , sentesl al maneggiarle , strìngerle o al¬ trimenti smuoverle, una crepitazione eguale a quella delle fratture , e fu creduta perciò più volte una frattura , dove non era che lussazione. L’ asprezza dello sfregamento in grazia del più stretto contatto, o della non liscia superficie , irìduce quell’ apparenza di crepitazione anche nelle lussazioni , ed è da ritenersi ben bene , per non cadere in errori troppo grossolani e dopo un certo tempo irreparabili.

26. Il pronostico delle lussazioni è vario , se¬ condo la qualità dell' osso slogato , essendovi delie lussazioni pericolose, e quasi sempre mortali, come quelle del capo e delle vertebre ; mentre le lus¬ sazioni delle estremità rade volte ìnducon pericolo, se non quando sleno complicate con lacerazione de' tendini , vasi e nervi , e colla denudazione delle ossa slogate e delle cavità articolari , per la congiunta apertura degli integumenli. Le quali lus*

in generale. l5

sazioni complicate sono , al dire di Kirhland^ peg¬ giori delle stesse fratture , producendo d' ordinario infiammazione eccessiva, cancrena, convulsioni, o la suppurazione, e carie ariitolare. Vidi un sol¬ dato, cui nel cader dall’ alto sortì fuori T estre¬ mità inferiore dell' omero dalla sua articolazione coir antibraccio , e si conficcò nel suolo. Fu ri¬ messa r estremità dell’ osso a suo luogo , ma so¬ pravvenne la cancrena , che dalla mano ed anti¬ braccio sali fino al braccio , eolia morte dell’ am¬ malato.

27. fanno e si riducono più facilmente le lussazioni nelle persone deboli e magre, che nelle nerborute e più forti : nelle articolazioni più sem¬ plici ; superficiali , e più mobili , che nelle più grandi , profonde , muscolose , e di più complicata incastratura , come ne’ glngliml.

28. Le lussazioni recenti si fanno tornare a luogo con minore dlHìcoItà , che quelle più o itieno in¬ vecchiate ; e In generale si os ervano riuscire irre¬ ducibili le lussazioni di un mese e mezzo , e nelle articolazioni gìnglimoidl anche solo di tre setti¬ mane (a) , sebbene talvolta si dieno alcune fortu¬ nate eccezioni. La Motte casi di lussazione del- r omero riposta dopo due mesi; altra il Bromjìeld; e così pure Schmucker ne ridusse una quattro settimane , ed altra di tre mesi. Scrìsse ancora il Petit potersi gli slogamenti ridurre dopo sei mesi ed un anno. Pfoff narra un femore lussato , che venne riposto dopo due anni (b) , e Gujenot diede r esempio di una lussazione della coscia, Iclitemente

(a) Bojrer, Malaà, àes os.

(b) Rìchter» Chir. Eihl.

Lussazioni

i6

riposta cJopo 26 mesi (a) ; se pure tali esempj me* ritano intera fede , che altri per altro vi hanno prestata (b).

29. Una lussazione può presentarsi a quattro diversi periodi , che meritano d’ essere distinti. Il primo è quello , ove il male è recentissimo e quasi appena fatto , cioè prima che sopravvene;a notabil gonfiezza e infiammazione ; e questo è il migliore per la riduzione. Esso può avere la latitudine di qualche giorno , tanto più se non siavi stata con¬ giunta contusione immediata della parte , 0 uno sforzo , o impulso assai violento , per cui sieno state gravemente offese le parti circondanti l’articolazione. La gonfiezza a questo periodo suol essere di con¬ tusione o ecchimosi.

30. II secondo periodo presenta T articolo già troppo gonfio per la contusione , ovvero in istato d’ Infiammazione , ed allora le parti sono più do¬ lenti ; i muscoli irritati si contraggono fortemente , e stentano di più a prestarsi all’ allungamento ri¬ chiesto per la riduzione ; e cresce la resistenza pure de’ legamenti gonfiati per' la Infiammazione; al che si agglugne , che la gonfiezza stessa Infiam¬ matoria occupando l’ apertura della capsula , per cui r osso è uscito , ne rende più difficoltoso il jlentramento. Sotto tali circostanze riesce quindi più ardua la riduzione ; ma se la Infiammazione , o la gonfiezza di contusione non sono ad un grado notabile , o la gonfiezza prodotta sia piuttosto dalla

(a) Mém» Acad^ ch'ir. Par. tota, j,

(b; Quum in promptu sirit apud auctores isiiusmodl esempla non panca , uhi membra Insala post aliquot demmn menses , yel posi integrnm quandoque annum jfeliciter adhuo rssiìtuta J^uerunU Heister, Instit. ehir. lib. 2. cap. 2.

in generale, ly

pressione deli' osso slogato sopra I vasi , è bene che si facciano tuttavia de’ tentativi discreti di riduzio¬ ne , perchè questa riuscendo , sarà il mezzo pili potente calmare la stessa inlìammazione. Nel caso poi, che questa fosse di già troppo forte, conver¬ rebbe prima calmarla e pf i accingersi a rimettere la lussazione. Ildano ha notati gl’ inconvenienti pro¬ venuti dair aver tentata la riduzione sotto lo stato inlìammatorio (a). La Motte vide un esempio di cancrena dopo gli sforzi per la riduzione di uno slogamento del cubito , a parte già infiammata ; ed il Fan-Swieteii riporta parimente l’ esempio di cancrena insorta ad un braccio, per averlo tirato duramente sul supposto di lussazione , mentre tro- vavasl attaccato da un flemmone.

31. Il terzo periodo è quello, che immediata¬ mente succede alla calma della locale Infiamma¬ zione , cioè alla fine della prima , o nella seconda settimana. La difficoltà della riduzione è allora maggiore, che nel primo periodo, attese le nuove aderenze contratte da’ muscoli e legamenti , e lo rlstringlmento dell’ apertura capsulare ; contuttociò la cosa è ancora possibile nella massima parte de’’ casi , tanto più se co’ fomenti e cataplasmi am¬ mollienti , e colle cavate di sangue conveniente- niv^nte ripetute , e colla quiete dei membro , si sarà procurato di abbreviare la durata del secondo pe¬ riodo Infiammatorio.

32. Il quarto periodo comincia alla fine della terza , o quarta settimana , ed a quest' epoca la lussazione viene ad acquistare il nome d’ invece

(a) Cent, ohs> 90,

M^nteg, Voi. V.

n

l8 Lussazioni

chiata , ove la riduzione è ormai resa difficile , e se più tardi , quasi sempre impossibile , senza però poter fissar bene i limili dell’assoluta impossibilità. È stabilito da Loder (a), che quando un osso slo¬ gato e non riposto comincia già a potersi muo¬ vere discretamente , e senza dolore nella sua nuo¬ va situazione , non è più tempo di far tentativi , affine di non cagionare acerbi dolori inutilmente , con pericolo talvolta di un esito funesto , potendo avvenire la cancrena e la morte ; siccome anche perche in tali casi l’ osso riposto torna fuori facil¬ mente di luogo. Del resto T abilità , la sperienza , e r ardimento ragionevole del chirurgo può otte¬ nere talvolta la riduzione di uno slogamento , an¬ che un poco invecchiato , che aveva resistito agli altrui tentativi , i quali per conseguenza si dovran¬ no praticare con tutta l’ esattezza , ed anche varia¬ re , dove possa travedersi una certa possibilità , in¬ nanzi di abbandonare la cosa come impraticabile. Léveillé accenna una qualche rlposizione fatta da Desault in casi molto invecchiati , con successo ; e aggiugne che nel ridurre una volta con opera¬ zione lunga e dolorosa una di queste lussazioni in¬ vecchiate , si vide sopravvenire ad un tratto un grande enfisema con forte ecchimosi al cavo del- r ascella , che si stendeva alla parte anteriore e posteriore del tronco, onde fu creduta rotta un’ar¬ teria ; ma che questo sintonia sparì senza conse¬ guenza, e r uomo è guarito felicemente.

33. L* impossibilità della riduzione , qualora sia stata di troppo differita , dipende daH’accorciamentq

(a) Med. una. chir. Beohactung. voi. g.

in generale, 19

permanente de’ mnscall die si sono adattati alla nuova posì/oone dell’ òsso , ed hanno in oltre con¬ tratte nuove ad Tt nze , rese col tempo più resistenti : dallo stringimento ulteriore , o dal chiudi nento del- r apertura capsuiare , per le adesioni de* margini del legamento fra di loro e colle partì vicine, e finalmente dallo stringimento spontaneo della stessa cavità articolare, la quale si vede anche scemare di profondità e cambiar di figura , acquistando per lo più una figura iriangulare, in vece cir¬ colare , come si vede ordinariamente succedere alla

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cavità cotìloide nelle lussazioni invecchiate delia coscia , ond’ essa non è più capace ricevere la testa deir osso slogato. Queste mutazioni perà della cavità articolare sono più tarde a succedere , e probabilmente si fanno ad un’epoca tanto rimota, che più non si pensa alla riduzione.

84. Quando una lussazione non sìa mai stala messa a luogo , la testa dell’ osso slogato si forma una nicchia nel luogo dove si è morbosamente portata , ove induce uno stato cartilaginoso alla superficie dell’osso su cui poggia; la quale car- tila glne, veduta anche da Morgagni^ non era da lui ben intesa per una nuova formazione , e piuttosto la riguardava per congenita (a): il che non è so¬ stenibile. Moreau la credeva fatta dal periostio in¬ grossato (b) ; e Léveillé dalla privazione del fosfato calcare alla superficie dell’ osso , in grazia della compressione.

85. Bòttcher riferisce l’esame da se fatto di una' recente lussazione posteriore superiore del femore ,

(a) Epìsf. an^ meà 5(5|. n. 15.

(b^ Ménu acad. chir. Par, tora. 2. p. 2.

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Lussazioni

ove trovo la testa di quest’osso sotto i due massimo e medio , e ggiata sul miniruo , che in questi casi viene attenuato e distrutto dalla [)res' sione ed attrito , sìcc( me ho veduto , e gli altri prendono pure talvolta una tenuità membranosa per la troppa distensione , o per l’ azione loro difettiva e non più regolare.

36. Oltre a ciò si fa pure col tempo una certa cavità , la quale o è in parte impressa nell’ osso ancor tenero , o è fatta piuttosto da un rialzato bordo di nuova ossificazione all' intorno , come fu veduto da Morgagni ed altri. La qual nuova arti¬ colazione si è trovata talvolta formata in luoghi singolari, come sarebbe dalla testa dell’ omero sul bordo inferiore della scapola , come è stato veduto da un medico di Berlino, citato da Léveille\ o dietro la clavlcola , giusta una osservazione De- sault , e cosi pure in altri luoghi. jS’ella qual ca¬ vità nuova , aggìugne il Morgagni di aver trovato un nuovo sopracciglio cartilaginoso all’ intorno e delle ghiandole mucose (a). Ma se queste ghian¬ dole non sono nemnien dimostrabili nelle articola¬ zioni naturali , come ammetterle nelle morbose ? Comunque siasi , egli è un fatto che in qualunque nuova ai ticolazione si fa sinovia , e in vece ne scema la secrezione nella vecchia restata senza mo¬ vimento ; e aggiugne il Leveillé , che anclie nelle articolazioni che si fanno tra’ due pezzi delle frat¬ ture non riunite , vi ha superfide cartilaginosa sulle estremità delle ossa, separazione di sirnvla, educa specie di capsula fatta dal peilosiio e dalle parli vicine.

(a) Epìst. cit. n. 14 e ij.

1

/

t

hi generale. 2X

Sy. Un altra orìgine della sinovia nella nuova artìcola/none degli slogamenti non riposti nasce da un’ apertura comunicazione dalla vecchia alla nuova cavita , al luogo dove la capsula si e di¬ staccata dall’ orlo articolare , ciò che ho veduto nell’ esame patologico di molte lussazioni vecchie della coscia.

38. La testa stessa dell’ osso cangia figura e si appiana , ove soffre l’attrito; la cellulare all’in- torno s’ingrossa per la formazione di nuove lamine, in grazia del trasudamento infiammatorio , e pei r addossamento delle già esistenti , a segno di for¬ mare una specie di capsula intorno alla nuova ar¬ ticolazione , rinfor/.ata di più da’ vicini tendini e muscoli ; e concorrono pure a ritegno dell’ osso slo¬ gato i residui del legamento capsulare naturale , i quali impediscono eh’ esso possa portarsi più da lontano; come farebbe p. e. il femore, il quale dal peso del corpo sarebbe obbligato a scorrer© molto più alto sul pelvi, se i superstiti attacchi de* suol legamenti da una parte all’orlo della ca¬ vità cotlloide , e dall’ altra al collo del femore stes¬ so , noi ritenessero a segno che T azione del peso del corpo viene in molta parte a cadere sul lega¬ mento medesimo.

39. In virtù de* quali adattamenti , che succe¬ dono nella parte lussata , 1’ osso , benché fuori di luogo , va acquistando poco a poco facilità e fer¬ mezza ne’ movimenti , eh’ esso arriva col tempo ad eseguire passabilmente nella sua nuova articolazio¬ ne , non però mai cosi bene come prima ; restan¬ dovi sempre qualche difetto d’ azione , di forza e configurazione men buona del naturale.

40. Si danno ancora lussazioni congenita , cioè

Lu ss alilo ni

*7 »?

che i>l portano In nascendo (a' , le quali se, come suole , non si trovi modo di ridurle , siccome pure le lussazioni fatte, e non riposte nell’ inlanzia , impediscono d' ordinario , che quel membro vada ingrossandosi e crescendo , come naturalmente do¬ vrebbe , forse per lo minore o non equabile eser¬ cìzio di tutti i muscoli , e per la compressione , stiratura , o alterata direzione de’ va.‘>ì e de’ nervi. Un tal effetto può esser maggiore, ed oltre all’ a- trofia portare ancora la paralisi , allorché T osso slogato trovisi in sito tale da comprimere più di¬ rettamente ì vasi e nervi principali ; lo che accade talvolta anche nelle lussazioni degli adulti. Boyer dice di aver veduto per la contusione eccessiva del nervo circe nflesso , in una lussazione inferiore in¬ terna del hi ajccio , nas' erne la paralisi del deltoide, a cui e disti ihuìto principalmente quel nervo ; anzi occorre qualche volta di osservare la paralisi di tutta r estremità superiore, portata dalla lussazione deir omero , in grazia della commozione , contusio¬ ne , o compressione lunga e forte , sofTeria dal plesso brachiale.

41. Nelle lussazioni perfette , oltre alla rottura, 0 distaccamento del legamento capsulare , se v’ ha qualche legamento interno, come al femore ed al ginocchio , esso comunemente si rompe , poteudo appena restar intero nella lussazione imperfetta.

42. Le lussazioni accadute una volta lasciano una certa facilità di ricader 1’ osso fuori di sito , specialmente In certe articolazioni più facile slogatura. Una donna dopo essersi slogata una vol-

(a) V. Ballettai De clauiìeatìone congenita.

23

in generale,

ta la nias< ella inferiore , doveva tener una mano a quest’ osso ogni volta che rideva o sbadigliava , per impedirne il troppo abbassamento , altrimenti tornava a dislogarsi. Un giovinetto epilettico si slogava la mascella ad ogni insulto d’epilessìa; un altro il Ixaccio , per cui dovetti legarglielo col tronco. Una tale facilità alla ricaduta debb’ essere maggiore , qualora 1 legamenti si sieno soltanto al¬ lungati e non rotti; ne’ quali casi e anche più fa¬ cile la riduzione. V' ha di quelli , che si slogano più o meno compiutamente le ossa in varj modi , e nuovamente le ricompongono senza veruna diffi¬ coltà o incomodo di sorta , per essere stati a ciò assuefatti fin da fanciulli e divertono altrui per i- scherzo o guadagno , con quelle loro strane con¬ torsioni.

43. Quantunque poi le lussazioni incompiute sembrino portare minor disordine che le compiute , pure è stato detto fin da Ippocrate e ripetuto da Petit , Bell ed altri , che le prime soglion portare minor dolore che le seconde. Forse ciò accade per¬ chè nelle lussazioni compiute il legamento cede del tutto , e col rompersi o distaccarsi lascia sfuggir r osso fuori di luogo , restando esso , quasi direm¬ mo ^ al suo sito ; mentre nelle lussazioni incompiu¬ te , il legamento accompagna V osso nel suo smuo- vimento , e resta compresso e distratto costante- mente fino al rientramento dell' osso nella sua sede, onde ne soffie di più , e può restare ancora più lungamente indebolito , dando altresì luogo ad una maggior facilità di recidiva ; la quale non cosi fa¬ cilmente succederà dopo lo stringimento , 0 la chiu¬ sura della capsula stata rotta in un luogo , in vece d’ essere stata allungata. Questo altronde non è il

Lussazioni

!>4

sol esemplo che la rottura delle parti offenda mena della loro distensione violenta.

44. Ella è osservazione di Loder y da me pure alcune volte verificata , che ne’ soggetti , i quali prima pativano di reumi , o artrltlde , sogliono ri¬ manere dolori lunghi ostinatissimi nella parte lus¬ sata , anche dopo averne fatta la rlposlzlone. Per tali casi giova In primo luogo il più luogo riposo, ed II trattamento antiflogistico locale sul principio; quindi In progresso passare all’ uso de' corroboranti, come sarebbero 1 cerotti e linimenti volatili , sa¬ ponacei , canforati; 1 sacchetti d’erbe aromatiche cotte nel vino, 1 bagni e fanghi minerali sulfurei, 1 vesclcatorj e la moxa. Altre volte la lunghezza de’ dolori consecutivi procede unicamente dall’ uso inconsiderato de’ riraedj spiritosi e corroboranti , a malattia recente , e dalla trasgressione del necessario riposo (a). Una parte stata lussata dee, come In tutte le altre lebionl violente , considerarsi e trat¬ tarsi come infiammata , e per conseguenza ne viene la necessità del riposo , degli ammollienti , delle sanguisughe , e slmili cose opportune ad uno stato d’ infiammazione.

45. La cura delle lussazioni consiste nella ripo- sizlone dell’ osso slogato e nella cura degli acci¬ denti , per lo più Infiammatorj , che possono ecci¬ tarsi per la violenta lesione sofferta dalle parti in¬ teressate nella lussazione.

4^* Per riporre un osso slogato , rlchledesl di

(a) non tf>lerant contemnenies morhum. T^erum prtusquam sani fiant , o^'amhulant Et propterea plurimi non permeate sanane tur , sei dolor ipsos scspe merito cornmonefacit. Hippocrates de Fract. secU 2.

in generale.

ritirarlo dal sito * dove si è preternatnralmente Io- nicchiato , ricondurlo verso 1’ articolazione e far¬ velo rientrare. Al qual oggetto s’ Impiegano tre a™ zloni , che sono T estensione , la coiitroestensione e la riposizione.

47. Le forze estensive volevasi In passato , fino a Petit inclusìvamente , che fossero applicate alle parti stesse slogate , senza di che si credeva , che le forze impiegate cadrebbero inopportunamente sulle articolazioni vicine e sane , e si renderebbero meno utili , anzi di spesso nocive. Da questa massima però hanno deviato alcuni moderni fran¬ cesi j come si disse anche in proposito delle frat¬ ture. Dupouy fece osservare , come la forza appli¬ cata più da lontano agisce più efficacemente (a) ^ mentre una forza maggiore rìchìedesi , operando sull’ osso medesimo slogato , sicché stabili per prin¬ cipio che , trattandosi p. e. della lussazione di una coscia , si avrebbe maggior vantaggio a non tirare che sul piede. Fabre aggiunse il riflesso della pres¬ sione esercitata sul muscoli stessi della parte slo¬ gata , applicando ad essa la forza traente , sicché i muscoli Irritati dalla compressione si determinano a più forte contrazione , e moltiplicano cosi gli o- staceli alla riduzione ; al che si può aggiugnere ^ che la compressione stessa spingendo 1 muscoli in direzione diversa dalla forza traente , ne Impedisce anche meccanicamente il raddrizzamento e 1* allunga¬ mento maggiore possibile che vi si cerca d’ in-

(a) Questo principio * verissimo quando si parla della forza applicata ad un vette, non vedesi come adattarlo alla diversa distanza, in cui si prende a tirare un membro; e perciò il sea» timento di Dupouy ha bisogno d’ essere meglio dimostrato.

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Lussazioni

durre. Questa dottrina è poi stata adottata anche da Desault e suol seguaci , tanto per le lussa^.lo- nl , che per le fratture ; e può ora mai riguardarsi come in generale preferibile all’antica. Altroiide non è dessa pure del tutto nuova , come si crede , giacchi fino a’ tempi di Sculteto (a) veniva inse¬ gnato di far l’estensione nel luogo più lontano dal- r articolazione lussata per non istrlgnere i muscoli; e Ippocrate stesso , dove sonovi al disotto dello slogamento due articolazioni , voleva che si appli¬ cassero le forze traenti ad ambedue.

48. Ben s’ intende però non essere applicabile questo metodo , che a quelle ossa , che hanno an¬ cora altre ossa , ed una certa lunghezza di membro al disotto di se , come sarebbe nelle lussazioni alla parte superiore delle estremità. In certe altre lussazioni la forza estensiva non può essere appli¬ cata , che all’osso medesimo lussato, come allo ultime falangi delle dita ed alla mascella inferio¬ re ; oltreché quel metodo preso in tutti i casi a rigore , ha l' inconveniente di privarci del vantag¬ gio anch’ esso valutabile di metter la parte lussata o la vicina in semiflessione , onde i muscoli si tro¬ vino nel maggior rilassamento. Nelle lussazioni pure deir antibraccio non si può a meno di far qualche pressione sul muscoli di questa parte, e finalmente par necessario di deviare talora da’ principi di Fa^ hre e Dupouy se occorra d’ Impiegare una forza ec¬ cessiva straordinaria per mezzo di più assistenti , e co’ lacci 0 colle macchine ; perchè allora , trat¬ tandosi p. e. di una lussazione del braccio , non

(a) Armament. chirurgo in expl. tab. 1*.

iti generale» 2*7

sarebbe conveniente di applicare tutte quelle grandi forze alla parte Inferiore deli’ antibraccio , o al carpo come piu debole j e presentante una presa men ferma , oltre all’ inconveniente , in questo caso ve¬ ramente innegabile , di far cadere senza frutto , anzi con timore di danno , una parte di quella forza sull’ articolazione del cubito , e la necessità di ti¬ rare a braccio disteso , laddove applicando i lacci alla parte inferiore dell’ omero, si può tenere l’an- tibraccio mezzo piegato. Non aveva dunque tutto il torto Pareo , quando insegnava di non applicare i lacci alle mani , o a’ piedi , ma alla parte in¬ feriore dell’ omero o del femore (a) , sebbene poi non si voglia del tutto escludere T applicazione dei lacci piu bassi , non però al piede o alla mano , ma al disopra de’ malleoli , o delle apofìsi stiloìdi del cubito e raggio.

4g. La potenza traente si applica per mezzo delle mani del chirurgo stesso , o di uno o più assistenti , e talvolta col soccorso de' lacci e delle macchine. Dove le mani posson bastare, sono pre¬ feribili ai lacci , e questi alle macchine. I lacci hanno il vantaggio di radunare la forza di più as¬ sistenti ; e le macchine somministrano in qualche caso opportunamente una forza ancora maggiore , e più equabilmente sostenibile ; ma una forza ec¬ cessiva potrebbe recare gravi inconvenienti , ed che funesti , come la lacerazione de’ muscoli , de’ legamenti , della pelle , o di altre patti. Narra Platnero (b) un esempio dell’ arteria omerale rotta nelle estensioni per la riduzione dell’ omero , i

(a) Lib. i6. cap, 44.

(b) InsiiU chir»

I

28 Lussazioni

quali pericoli essen(3o maggiori In proporzione della forza impiegata , possono più facilmente occorrere sotto 1' uso delle macchine.

5o. Conluttooiò egli pare , che queste macchine sieno state screditate e biasimale oltre il dovere* Anche co’ soli lacci si possono cagionare de’ gravi mali ; ed io ho trovato rotto il muscolo gran pet¬ torale in conseguenza delle estensioni fatte da tre assistenti co’ lacci applicati all’ estremità inferiore deir omero. In oltre gli assistenti operano a sbalzi ^ possono sostenere una equabile, gradatamente accresciuta , e lungamente continuata azione esten¬ siva. Eppure è stalo osservato tanto in proposito delle fratture , quanto delle lussazioni , che V azio¬ ne de’ muscoli , fortissima ne’ primi istanti , dimi¬ nuisce In seguito per l’ estensione contìnua e lunga su di essi esercitata. Quindi una potenza di conti¬ nuo agente può far ciò che non poteva operare in princìpio un’ altra più forte , momentaneamente ap¬ plicata. Le Cai in un caso di lussazione della ma¬ scella inferiore , dove i muscoli elevatori eran con¬ tratti spasmodicamente , giunse a stancarne la resi¬ stenza coir abbassare e tener abbassala la mascella per mezzo di un bastoncino a modo di leva tra i denti ; e David riuscì cogli stessi principi nelle lussazioni deli' omero e della coscia. Si sono potu¬ te talvolta riporre lussazioni molto difficili, facendo continuare le estensioni fino ad un’ ora di tempo (^Bottcher^. Leggesl negli Annali di Gand voi. ie lodata e praticata tale maniera di ridurre ie lussa¬ zioni collo stancare i muscoli , mediante l’ estensio¬ ne non forte , ma continuata per mezzo delle car¬ rucole , che hanno anche questo vantaggio di som¬ ministrare un mezzo comodo per quell’ estensione

in generai*,

continuata. E il ^ìorrialì-^ta stesso sig, Kluyshens aggiiigne l’ esempio di una lussazione del femore cinque settimane , ridotta con cinqae giorni di e-^ stensione permanente. Un’altra lussazione andò a sito col solo lasciare il braccio abbandonato al proprio peso. Si può dunque sperare maggior ef¬ fetto dair aggiunta di questa regola.

5i. Fra le diverse macchine più o meno feli¬ cemente ritrovate ed usate per la riduzione degli slogamenti , alcune servivano unicamente per V ap¬ plicazione di una maggior forza estensiva , ed al¬ tre operavano insieme la controestensione , ed an¬ che servivano a dare quel particolare impulso o atteggiamento all’ osso , per ìspingerne la testa ver¬ so la cavità articolare , cioè a farne la riposizione. Qui però succedeva ciò che Hunter fece riflettere su di un altro proposito , che le parti inservienti a diversi usi ne disimpegnan men bene ciaschedu¬ no in particolare. Quindi siccome la forza , che più abbisogna , si è l’ estensiva , basterà che questa si abbia nella macchina con quella intensità , equa¬ bilità e continua gradazione che si richiede , perchè con essa si ottenga T intento più efficacemente che colia forza' de’ soli assistenti. E perciò forse la mi¬ glior macchina di tutte , e insieme la più semplice è quella a carrucole , chiamata polispasto , F uso della quale è antichissimo e si continua tuttora eoa successo in diversi luoghi , mentre tant’ altre mac¬ chine non hanno sostenuta lungamente la loro riputazione; e Loder arriva a dire, che con una buona macchina a carrucole , e col fermar 1’ am¬ malato ad un muro , come dirassi più sotto , egli si ripromette riporre qualunque lussazione (a)^

(^) Med, ehir. Beohacht i. B. cap. |.

Lussazioni

Sarebbe dunque espediente, cbe almeno ogni spe¬ dale fosse provveduto di una di queste macchine.

52. Per applicare i lacci , sui quali dee cadere

]a forza estendva , sia degli assistenti , che delle macchine , si dee circondare con larga e grossa compressa la parte inferiore del membro, dopo aver messa in semiflessione la parie sottoposta per rilas¬ sare i muscoli , e tratti questi all’ insù insieme alla pelle. Sopra la compressa circolare poi o si anno¬ dano i lacci stessi , girativi attorno due volte , o

meglio si applica un’ adattata e larga cinta , o

braccialetto di cuojo imbottito , con due anelli la¬ terali , a cui si attaccano i lacci , o le corde da

consegnarsi agli assistenti , o d' attaccarsi al po-. lispasto.

53. Un fenomeno singolare si è che sovente r osso va a luogo sotto 1’ azione delle medesime forze estensive, che nell’ allontanarlo dal luogo pre- ternaturalmente occupato parrebbero doverlo tener pure lontano dalla cavità naturale , ossia impedirne il reingresso. Forse neirat:o del primo smuo¬ versi r osso , esso scivola sulla superficie che per¬ corre nel ritornare in vicinanza all’ articolazione , poggiandosi sempre un poco sopra una parte o sull’ altra , e non arrivando le estensioni a tenerlo , per così dire , lutto in aria ; onde allorché sia giunto dirimpetto all’ articolazione , trovasi avere di¬ nanzi a se un voto , entro il quale vien tratto da un jesiduo di preponderante azione ne' muscoli , non superata interamente dall’ antagonismo delle e*? stensioni.

54* lu qualunque modo si applichi la forza e- sienslva , si dee con essa agire da principio , ossia tirare il membro lussato , prima nella slessa dire-?

in generale. 3 i

zlone , in cui trova 11 membro , e poscia in di¬ rezione più retta , a misura che I' esso si va smo¬ vendo ; perche il voler cambiare subito a principio la dilezione, quantunque viziosa, dell’osso potreb¬ be farlo incastrare piu fortemente nel luogo dov’ò innicchiato ; anzi il Bell è di pareie che sovente gicvi di voltare un po’ più il membro nella stessa inclinazione pieteruaturale che trovasi di aver preso, onde allontanare un poco più la testa dell’ osso dall’ artic laziune , e così fare che il capo non contrasti con questa. Tale era pure la massima d’/p- poetate (a) , cioè di allontanare tra di loro le ossa pe chè non si urtassero all’ alto di volerne tentare la riposizione. Bedt medesimo , ove parla delle lus¬ sazioni della spina , ritenendo che queste si fanno sotto una foizata piegatura della spina medesima, insegna che per ridurle bisogna cominciare a darle una maggiore inflessione ; ma egli vorrebbe limitare tal regola a questo caso solamente , mentre *si af¬ fretta di soggiugnere , che quella maniera da luì insegnata debba considerarsi come diversa dall’ or¬ dinaria regola , che è di volger le membra in con¬ trario , cioè dalla parte de’ muscoli tesi per rallen¬ tarli. Ma il deviare egli dalla regola sua in que¬ ste lussazioni , mostra sh' egli medesimo più valri'^ lava il primo disimpegno mutuo delle ossa che il rilassamento de’ muscoli , da considerarsi perciò sic-’ come cosa più secondaria. Altronde se facciamo at¬ tenzione allo stato di essi muscoli nelle sìngole lus¬ sazioni , vedrò che in seguire la regola che cer¬ chiamo di qui stabilire , si procura loro nella più

(a) De artìculis sect. s. pag. 544. ed. tìnller.

Lussazioni

Ss

parte de* casi un vero allentamento , Il che faremo a suo luogo osservare.

55. Per metter bene In esecuzione questa regola bisogna spiegare e stabilire un’ altra massima , ed è che per ridurre una lussazione giova portare o avvicinar T osso a quella estrema attitudine , sotto di cui si fece Io slogamento medesimo. Serva d’ e- sempio la mascella inferiore , la quale si sloga sotto la più grande e forzata apertura della bocca , e per ridurla con metodo uopo è appunto di comin¬ ciare ad accrescere 1’ aprlmento stesso delia bocca col portare più innanzi i condili , avanti di smuo*^ verli o metterli a luogo ; e ciò si vedrà verificato anche in altre lussazioni.

56. Altronde incominciando 1' operazione del ri- ducimento dal mettere l’ osso nella positura della lussazione , veniamo a riavvicinarlo al punto da cui è partito per islogarsi , e ciò tende a riaprire e presentargli la strada stessa della cellulare e della apertura capsulare che ha percorsa , onde più fa¬ cilmente possa con moto retrogrado ritornare nella sua articolazione, rivolgendolo poi sotto le estensioni o dopo di esse, nella sua giusta e naturale direzione.

57. La natura stessa pare che ci indichi la strada vera che dobbiamo battere nella riposizione , per¬ chè se volessimo p. e. chiudere di più la bocca in vece d' aprirla , nell’ accingerci a ridar la mascella, incontriamo maggior resistenza nel primo caso, e nel secondo una maggior cedenza e docilità della parte.

58. Alla resistenza poi nel voler muover la parte in un verso, ed alla cedenza nell’ altro, non sola¬ mente concorre la configurazione delle ossa , che in uno $i contrastano , e nell' altro si schivano ; ma

in generale, 33

ancora wna disposizione più favorevole che s* induce ne' muscoli più allontanali dal punto d’ inserzione e per conseguenza più tesi , i quali si vengono ad allentare riconducendovi Tosso più da vicino in quella maniera; ciò che verrà ulteriormente spie* gato in trattando delle singole lussazioni,

5g. Nelle lussazioni incompiute e nelle inferiori basta una poca estensione , appena per alleggerire r attrito un osso sopra dell’ altro ; anzi queste vanno a luogo talvolta da ìor medesime, per mezzo di qualche casual movimento , attitudine del mem* bro , o azione di qualche muscolo. Il prof. Palletta ha osservato qualche caso , ed uno di questi l’ ho io pure veduto con lui , di lussazione dell’ omero ^ che colle estensioni ed altre chirurgiche manualità non si era potuta ridurre , e che poi si trovò an¬ data a luogo da se medesima. Probabilmente i tentativi fatti avevano già portato sul margine della cavità articolare la testa dell’ osso slogato , che fini poi successivamente di rientrare. Leggesi ancora nei 2.^ voi. delle Medicai Observations il caso di un uomo collo slogamento dell' omero , che dopo ten¬ tativi inutili fatti in uno spedale , fu rimandato ; e la mattina dappoi si trovò il braccio tornato a sito perfettamente da se ; ed altri esempj sono pure ricordati da Léveillé (a).

6o. La controesternslone è una forza, che s’im¬ piega in opposizione all’ estensione , per tener fer¬ mo r altr’ osso appartenente all’ articolazione slo¬ gata , onde nel tirare l’ osso uscito di luogo non gli venga dietro T altr’ osso corrispondente , altri-

(a) N’oli doctr. ch'ir. tom< 2. 2.

Monteg, Voi, V,

34 Lu ssazìoni

menu verrebbe a muoversi la totali! à delF articola¬ zione , non il solo osso lussato , qual si richiede,

6i La forza controestensiva dee applicarsi al disopra dell’ osso lussalo , e non cadere , se è pos¬ sibile , sopra i muscoli della stessa articolazione, a segno d’impedirne l’ allungamento necessario : molto meno poi sulla testa dell’osso medesimo slogato, onde questo possa lasciarsi smuovere e venir tratto a certa distanza dal luogo da lui occupato. Di più la controestensione dee esser di forza eguale , o superiore a quella dell’ estensione ; quindi allorché faccia r estensione co’ sedi assistenti , ve ne vor¬ ranno altrettanti per fare la controestensione: e quando si usi la macchina , non basteranno gli assistenti ad opporre una stabile resistenza, ma sarà necessario fissare i lacci ad un chiodo , od anello impiantato nel muro; il che é sempre meglio, an¬ che facendo l’estensione cogli assistenti.

62. La controestensione non è sempre limitata ad una sola resì.stenza , ma qualche volta si fa es¬ sere una forza attiva che allontana , per così dire, r appoggio dall’ osso slogato , come questo si al¬ lontana dal sito d’ appoggio in forza della esten-' sione , onde se queste azioni si combinano , V ef¬ fetto è duplicato. Quindi alloichè gli assistenti stendono il braccio e fiss£fno il tronco , giova tal¬ volta il dare una spinta alT indietro alla scapola per disimpegnarla dal capo dell’ omero , onde que¬ sto restato libero venga poi tratto da’muscoli nella sua nicchia naturale. Quando a’ tempi di La Mette nsavasi riporre 1' omero slogato , col sospendere il malato ad una porta, o scala posta sotto 1 ascella, se la tiratura sul braccio da una parte ed il peso del corpo dall’ altra , non bastavano a smuover l’os-

in generale, 35

so e rI(3urlo , si attaccava al corpo dell’ ammalato un altra persona , che con quella subitanea aggiunta di peso raddoppiando la controestensione , operava la riduzione dell’ osso (a).

63. La rìposizione consiste in quell’ azione che si aggiugne alle estensioni e controestensioni per dirigere, o spingere direttamente l’osso nella sua articolazione. Le forze estensive debbono essere di già arrivate a compiere' tutto il loro possibile ef¬ fetto , cioè avere smosso a sufficienza e tratto ij capo dell’osso a livello circa dell’articolazione, avanti potervi dare 1* ultima spinta per la riposi¬ zione , che è di portarlo propriamente dirimpetto all’ articolazione , ed allora desistendo dall’ esten¬ sione , i muscoli stessi vel riconducono dentro con forza talvolta sin troppa , battendo il capo dell’ osso con rumore sensibile contro la cavità articolare che ne può esser contusa. Ad evitare il qual inconve¬ niente basta che gli assistenti desistano dalle esten¬ sioni non tutto ad un tratto , ma a poco a poco.

64. La riduzione si fa dal chirurgo stesso , il quale spinge a luogo l’ osso colle proprie mani , facendo voltare nello stesso tempo in direzione op¬ posta r altra estremità dell’ osso per mezzo degli assistenti che fanno la estensione. E’ bene però che il raddrizzamento del membro si faccia fare a poco a poco nell’ atto stesso che vien tirato il membro , onde poco vi resti sull’ ultimo da aggiugnere , e si trovi più che si può raddrizzato il membro all’ atto di compierne la riduzione. Ho fatto riflessione nel riporre p. e. le lussazioni dell’omero, chesesifan-

(a) Ols. 592. 39?.

Lussazioni

36

no le estensioni sempre in una sola direzione , ri- serbandosi sull’ ultimo a far tutta la voltata del braccio nel senso richiesto per la riduzione , la for¬ za direttamente traente fa luogo a quella che s’ im¬ piega nel voltare il braccio , e così viene a sce¬ mare di molto e quasi cessare 1’ estensione , prima che il capo dell’ osso sia stato portato dirimpetto all’ articolazione , rendendosi per questa inavverten¬ za infruttuoso il tentativo por la riduzione. Laddo¬ ve coir essere stato ravvicinato prima il membro alla naturale sua direzione nel corso stesso delie estensioni , la testa dell’ osso si trova di spesso por¬ tata di già in faccia alla sua articolazione e va a luogo senza bisogno di parlìcolar artificio per la rìposizione , o poco più d’ impulso , o cangiamento di direzione ci occorre di fare.

65. E’ utile talora lo spinger V osso verso la cavità articolare non colle sole mani , nra per mez¬ zo qualche strumento, onde si possa applicare Una forza maggiore , mediante 1' ajuto d’ altre per¬ sone. Ed in certe artìcolaziom , dove entrambe le ossa possono aver avuto parte nella lussazione , go¬ dendo l’uno e l’altro una propria moblliià , co¬ me sarebbe nelle lussazioni del cubito , del carpo , o del piede, può giovare a fatllliare la rìposizione L agire positivamente anche sull’ alti osso , su cui si la la controestensione. Tale azione addizionale da farsi sull’ osso superiore all’ inferiore lussato debb’ esser contraria a quella che si esercita sull’ in¬ feriore , cioè p. e. nella lussazione anteiiore del carpo spìngere innanzi 1’ estremità inferiore delle ossa dell’ antibraccio , nel tempo stesso che si li- splngono indietro le ossa del carpo medesimo. ^

66. In alcuni casi ostinati ha giovato il variar

in generale. 87

tentativi e metodi , anche sortendo nn poco dalle re^ de ordinarie. Fuwi chi ottenne la riduzione deir omero premettendo de’ grandi e forzati movi¬ menti di quest’ articolo in ogni direzione ; colla quale agitazione violenta si può supporre, giusta il pensamento di Desault , che si accresca la lacera¬ zione della capsula, e per tal modo venga facili¬ tato il rìentramento dell’ osso nella sua cavità. On¬ de si scorge , come un slmile artificio possa util¬ mente impiegarsi allorché per la ritardata rlposizio- ne vi sia luogo di credere che l’ apertura della capsula possa essersi resa oramai troppo angusta. Desault diceva di aver appresa quella maniera di movimenti dalle persone del popolo ; ma si trova persino in Jppocrate (a). Altri credono poi che con que’ gran movimenti si stanchino i muscoli , e non abbian più forza di resistere alla riduzione.

67. Altre volte bastò ad ottenere l’ intento il solo cangiamento di posizione dell’ ammalato , es¬ sendosi veduti di quelli , che stando seduti si ap¬ poggiavano co’ piedi a terra , irrigidendosi con tal forza da non lasciar luogo alla riposizlone , mentre stendendoli sopra una tavola lunga e solida, sicché r azione de’ muscoli non trovasse appoggio , cedet¬ tero con facilità ( Boyer ], Giovò pure talvolta il fare T estensione del membro improvvisamente e per sorpresa, onde la volontà non avesse tempo, per lo timor del dolore , di mettersi in guardia colla contrazione de’ muscoli (b).

(a) Omnes etìam artìculos uhi reponere voles , prosTnollìre j ac commovere oporteì» Sic enìm fncilius reponi solei, vero repo^ sitiones allee ex snperlev&tìone reponuntur , alice ex exiensione s si ce ex circumvolutione. De ^rtìcul, sect. 2.

(b) Qarwaràìne. Ann. de Gani voi. it.

38

Lussazioni

^ 68. Nel ricondurre T osso alla sua cavità nata- Tale converrebbe sempre dirigerlo per la medesima strada da lui fatta nelT uscirne , essendoché questa 6ola si troverà aperta , ed a questa pure dovrà cor¬ rispondere l’apertura della capsula, non Incontran¬ do la quale, o l esso non potrebbe entrare in ca¬ vità , o entrandovi porterebbe Innanzi a se la por¬ zione di capsula Intera che gli si affaccia e la pre¬ merebbe contro la faccia ossea articolare , colla quale ritorna a combaciamento. Facciasi 11 suppo¬ sto che per un Impulso violento contro il braccio aliato e scostato dal tronco siasi fatta la lussazione inferiore immediata (^o) dell’ omero , portandosi il di lui capo nella cavità dell* ascella , e rompen¬ dosi pure inferiormente la capsula ; e che di poi per una nuova spinta , o per un nuovo movimento sia stato rivolto il braccio con violenza all’ indietro , a segno da spingerne la testa in avanti sotto il gran pettorale , cangiandosi la primitiva lussazione infe¬ riore neir anteriore secondaria. In tal caso chi nel ridurre lo slogamento volesse dirigere II capo del- r osso per la via più corta dall’ innanzi all' indie¬ tro, verso la cavità articolare, troverebbe da questa parte chiusa la strada e Inaccessl^dle la cavità ; ma sarà necessario ridurre la testa dell’ osso dal da¬ vanti alì’ ingiù , e di qui farla rientrare per l'a¬ pertura inferiore della capsula nella cavità articola¬ re , cioè portare la lussazione anteriore al posto deir inferiore avanti di farne la riduzione.

69. La difficoltà grave però di questo altronde giustissimo precetto sta nella cognizione precisa della strada percorsa dall’osso, i dati della quale potreb¬ bero essere i seguenti : 1’ attitudine e direzione,

in cui il membro 51 è slogato primitivamente. Se'

in generale. 3(j

p. e. il braccio si e lussato per averlo alzato vio¬ lentemente , senza inclinarlo punto in avanti o in¬ dietro, la lussazione Immediata dovrà essere stata inferiore , in qualunque luogo si trovi poi T ossa trascorso consecutivamente. Ma quell' attitudine pri¬ mitiva del membro all' atto della lussazione non si può sempre risapere : la presunzione che 1’ ossa

possa essere sortito dapprima più probabilmente per la parte più debole dell' articolazione , innanzi d’es¬ sere scivolato in tutt* altro luogo. Così p. e. nell* articolazione dell’ omero colla scapola la parte più debole è 1’ inferiore ; in quella del femore col ca¬ tino si è r Interna , ove manca il margine osseo. Ma come in fatto di pratica i più begli argomenti a priori si trovano frequentemente in fallo , così anche in questo caso la prevenzione dedotta dalle cognizioni anatomiche sole può induri e in errore. Si e detto in fatti , che il femore si sloghi più facilmente all’ indentro , e in cambio ho io trovata la maggior parte delle lussazioni di questa parte all’ insù ed indietro, verso dove ritrovasi pure la capsula rotta e staccata , cioè alla parte superiore esterna : segno che la lussazione si era ivi fatta primitivamente. Dunque in questa incertezza di dati per comprendere la via percorsa dall’ osso converrà dare qualche cosa all’azzardo e lasciare che l’os¬ so stesso ajutato da’ muscoli si trovi quasi da se medesimo la strada , senza bisogno molte volte di studiarla per ricondurvelo , ossia fare semplicemente le estensioni , senza alTrettarsi di sospingere con azione particolare la testa dell' osso verso 1’ artlcc- lazlone , essendo ciò altronde più volte inutile. E se veramente non si riesca d’ incontrare la via, con¬ verrà cangiar tentativi, movimenti e direzione fino

Lu ssazioni

ad aver trovata la giusta. E per riguardo all’ aper¬ tura della capsula è da ricordarsi una osservazione di Bòttcher , che In un caso la trovò lacerata per due terzi di sua circonferenza , onde in una simile occasione non sarebbe necessario che T o:so incon¬ trasse il preciso punto , da cui è sortilo per lien^ trarvi. E se anco la sola capsula facesse T ostacolo, vi sarebbe ancora il mezzo di aprirla piu larga¬ mente, come si è deito , co' grandi movimenti.

70. Oltre a’ mezzi finora indicati , si può ancora facilitare la riduzione degli slogamenti col dimi¬ nuire la resistenza delle parti , e specialmente quel¬ la de’ muscoli, tanto più nelle persone nerborute e forti , premettendo gli ammollienti locali , o anche il lungo bagno tiepido universale (a) ; la cavata di sangue , portata quasi al deliquio (b) ; l’ oppio a gran dosi (c); ì purganti e gli emetici, per quella debolezza che nasce sotto la purga , o nausea ; la dieta severa , o anche 1' ubbriachezza ( Boyer ) , che può scemare altresì la contrazione del timore (66).

71. Si Comprenderà poi essere succeduta la ri- posizione dell’osso alla ritornata figura, lunghezza e direzione dell’ articolo , con una pronta diminu¬ zione de’ dolori ed una certa liberta de' movimenti , ed al rumore frequentemente sensibile che fa l’osso nel rientrare in cavità ; II quale però non sempre sente , e qualche volta è fallace , sentendosi an¬ che senza ciò nello stender le membra facilmeiìte un qualche strepito. Nel ridurre una lussazione del¬

ta) Scuìteio narra che Spigelìo nelle pubbliche lezioni asseriva tion esservi miglior rimedio per le lussazioni, che il bagno,

(b) pratiche per ridurrete invecchiate lussazioni ec.

(c) Majocchi cella Biblioteca fisica d’ Europa di Brvgnatelìì toin, I. p. 3.

in gsneralè, 4^

r omero sentii il rumore due volte , onde si dee arguire che alla prima volta non fosse ancora rien¬ trato. Narra il Nonnoni che' volendo ridurre una lussazione deiromero colla macchina di Petic , da lui usata in que’ tempi e dal benei/oli felicemente , si sentì al tirare della macchina un tumore , per cui si cedette Fosso rimesso; ma dopo ceduta la gonfiezza si trovò ancor fuori e si rimise veramen¬ te (a). La Motte ha notato che si sente un rumore anche nel caso che F osso rimesso torni ad uscire fuori di luogo , siccome egli vide nella ricaduta uno slogamento dell’ omero* appena riposto , per averlo alzato di troppo ( Obs. 394. ).

72. Non si dovrà dunque abusare della restituita libertà de' movimenti , nemmeno per esperimento di¬ retto a provare la realtà della riduzione, essendosi pure talvolta veduto col far la prova di portar la mano alla fronte in una lussazione dell’ omero re-^ cldìvare la slogatura; ma si terrà fermo il membro con lacci, o fasciatura, applicati alF estremità del- r osso la più lontana dall’ articolazióne , cioè al gomito negli slogamenti dell' omero e verso il mento in quelli della mascella. Le fasciature che agiscono sull’ articolazione stessa , non servono Lene.

73. Se ì dolori continuano , malgrado la pretesa riposizione , v' ha dubbio , che la lussazione, non sìa stata ben riposta , ovvero potrebbe darsi , che VI fosse compresa qualche porzione legamentosa ; e perciò è stato dato da alcuni il parere muovei un poco Fosso riposto, per disimpegnare, se mai vi fosse compresa una qualche porzione di capsula.

(a) Trattato della semplicità del medicare tom. i. p. 419. osi.

42

Lussazioni

74* Dopo la riduzione si terrà in quiete l’ arti” colo per una o due setrìniane , indi si faranno ese¬ guire gradatamente de' movimen**! ; i quali se ven¬ gano di troppo ritardali, possono lasciar adito ai- r anchilosi , è se vengano anticipati , prolungano lo stato Infiammatorio e doloroso dell' articolo offeso ; e ciò tanto più , se vi si combini V uso prematuro de corroboranti e stimolami. La pratica insegna che assai più sovente pecca in questa seconda ma¬ niera ; onde ne avviene che per troppa premura di guarire viene a prolungarsi notabilmente la indi¬ sposizione. La quiete è altresì necessaria per lasciar luogo di riunirsi all’apertura della capsula.

75. Le lussazioni complicate (xtn ferita , quando clo^ r osso slogato sporge fuori de’ tegumenti, cosa che talvolta si osserva specialmente nelle lussazioni deir estremità inferiore dell’ omero, dell’antibraccio c della tibia sono una offesa assai grave , pericolosa e frequentemente funesta, o per convulsioni, o per cancrena , o per estesa infiammazione , suppurazio¬ ne e carie articolare. Ippocrate ebbe la singolare opinione cbe simili lussazioni andassero peggio dopo averle riposte che col lasciarle fuori di luogo. Si ha in conferma della dottrina ippocratica una os¬ servazione di And. Pasta sopra una frattura della tibia , quasi nell’ articolazione col tarso, con uscita deir osso per una ferita che si ridusse ; ma dopo ciò insorsero contrazioni frequenti e vive alle gam¬ be ed a tutto II corpo , le quali cessarono , levato r apparecchio e fatto sortir 1’ osso , e 1’ uomo so¬ pravvisse , comechè rimasto zoppicante.

76. Contuttociò se ne sono vedute diverse gua¬ rire felicemente. La Motte vide una queste lus¬ sazioni complicate della tibia riposta e guarita; io

in generate, 43

veduto un slmile buon esito In qualche lussa¬ zione della estremità inferiore dell’ antibraccio ; e sopra slmili dati trovava conveniente anche Desault di farne la rlposiilone , evitando più che fosse pos¬ sibile anche la recisione parziale della estremità lussata, stata proposta in caso di difficile riduzione, in sostituzione ali’ amputazione totale , e con buon successo praticata da Kirkland ^ Goock ed altri; la quale poi sarebbe al più da farsi non tanto sul sup¬ porto quasi impossibile di noii poter riporre l’estre¬ mità dell' osso lussata , ma solamente nel caso di spogliamento del periostio ed inaridimento deli’ osso in grazia deli* offesa ricevuta o della lunga esposi¬ zione. Potrebbe forse verlbcarsi il caso d’ Jppocrate in qualche congiuntura che fosse sopraggiunta una gravissima e flemmonosa infiammazione a tutta l’ar¬ ticolazione. In tal caso le parti gonfie articolavi sporgerebbero contro l’osso e ne riceverebbero mag¬ gior molestia , a segno di convenire per avventura lo sloggiarlo di nuovo e reciderne l’ estremità con¬ siderata come corpo estraneo ed offensivo nell’ in¬ fiammata articolazione. In alcuni casi più gravi può essere ancor necessaria l’ amputazione di tutto il membro.

77. La complicazione delle lussazioni colla frat¬ tura del medesimo osso è sommamente difficile e rara , perchè quando 1’ osso si rompe , la forza si perde in esso; e quando si slogarla forza consu* masi nell' articolazione ; tuttavia qualche volta si o nell’osso stesso slogato, o in uno prossimo a quello. Io trovai slogato il femore e rotta insieme la sua cervice ; ma sono persuaso che queste due lesioni si sieno fatte successivamente a tempi dlver« si, cioè prima la lussazione e poi la frattura.

Lussazioni

44

78. SI hanno esempj di fratture anche vìcinls” sime ad articolazioni lussate , dove si potè oiterifue ciò non pertanto la riduzione dell’ osso slogato Bernstein') ; e in ogni caso sarà sempre bene di fare le estensioni e controestensionl in modo che possan servire alla frattura insieme e alla lussazio¬ ne, cio^ a dire, sopra una parte lontana, indi tentarla ancora sulle parti virine. Si sono potute , al dire di Bottcher , ridurre delle lussazioni a sole quattro dita di distanza dalla frattura. Se poi non si può assolutamente ridu’Te la lussazione , sarà giuoco forza curare prima la frattura , mantenere coperta di ammollienti T articolazione lussata, e dopo il consolidamento della frattura , tentare la riduzione delio slogamento La speranza di riuscirvi non è ancora senza fondamento , giacché , come riflette il Petit , si ripongono delle lussazioni in capo a sei mesi e più , e il callo e sodo assai prima di questo tempo. Nella chirurgia à\ La Motte al cap. 3i si trovano quattro casi di lussazioni complicate con fratture, felicemente riposte. Uno, che è r oss. 404 » pJ"esentava la frattura nel mezzo delia clavicola , collo sloi^amento dell’ omero e la

* < 7

frattura alia parte superiore ' quasi media di esso per caduta. Un assistente alzava l’estremità supe¬ riore dell’ omero colla salvietta al suo collo e te¬ neva depressa colle mani la spalla .* il chirurgo prese a tirare l’ omero al disopra della frattura , e così se ne fece la riduzione , nel. mentre che un altro assistente teneva il braccio più in giù per preservare la frattura da sconci movimenti. Nella oss. 4o5 é una lussazione dell’ omero con frattura della clavicola che ridusse alla sua maniera colla porta; e nella oss. 406 una frattura alla parte

in generale, ^5

media inferiore della gamba , con lussazione del piede , riposte e guarite in vecchio di 82 anni ; e nella' oss« 408 è parimente una frattura alla parte media sinistra della mascella inferiore , con isloga-» mento compiuto , che furon ridotte e guarite.

79. Le lussazioni da causa interna, o piuttosto procedenti da altra malattia, sono in generale di più diibcile guarigione ; e la loro cura dipende meno dalle manualità solite impiegarsi per riporre le altre lussazioni , che dalla cura della causa mor-- hosa'che loro diede origine, tolta la quale, esse sogliono persino andar a luogo da lor medesime * ciò almeno si vede accadere nelle lussazioni spon¬ tanee portanti allungamento nel membro , mentre quando e seguito accorciamento non so se possa così facilmente accadere quello spontaneo rientra- mento , a meno che non si trattasse che di lussa¬ zione imperfetta. La forza che può ricondur Tosso al suo sito , condiste principalmente nelT azione de’ muscoli , la quale tende sempre a tirare T osso al- r iiìsù ; ora una tal forza può ben tirare verso Tar- ticolazione T osso caduto I-n giù , ma richiedereb- hesi una forza contrarla per ricondurre T osso dal- L alto in basso.

80. La cura delle lussazioni spontanee , proce¬ denti da altre malattie, sar^ diversa secondo la varia qualità delie medesime. Nella paralisi si u- Seranno 1 mezzi conducenti per questa ; nelle In— TiammazÌGnl acute articolari sopravvenute per una diatesi interna , o per una contusione , o altra vio¬ lenza esteriore , converrà T assoluto riposo ed il più energico trattamento antiflogìstico emolliente universale e locale ; e quando poi si tratti d’ In¬ fiammazione più lenta , 0 residua della infiamma-

4^ Lussazioni in generale.

zlone acuta , o tale di sua orìgine , come ne’ viz) artriùcì ; ovvero d’ altri gonfiamenti umorali cro¬ nici deir articolazione , il miglior rimedio in gene¬ rale sono i replicati vescicatorj , e molto più le ustioni col rautero attuale , colla moxa , o colla pietra caustica , sostenendone lungamente la suppu¬ razione ; e finalmente le unzioni velatili , mercu¬ riali , i bagni e fanghi minerali sulfurei ; e inter¬ namente r estratto d’ aconito , la belladonna , lo 7.olfo dorato d’ antimonio ec. ; co’ quali rlmedj se mai si riesce a togliere la causa morbosa che ha slogato Tosso, o esso rientrerà da se medesimo, o si potrà con lente e lunghe estensioni cercare di ricondurlo a sito e contenerlo con apparecchio e fasciature più efficaci, differendone anche più a lun¬ go i movimenti , per la facilita in questi casi che r osso cada nuovamente fuori sito ; le quali ul¬ time cautele saranno pur necessarie dopo la ridu¬ zione delle lussazioni già invecchiate , ancorché d’ origine violenta esteriore.

/

CAPO XVII.

Lussazioni di alcune ossa della testa ^ e di quelle del tronco.

8 r, JLjussazione della mascella inferiore. La di¬ versa direzione del corpo e de’ rami della mascella inferiore fa che questa non possa abbassarsi ante¬ riormente nell' aprìmento della bocca, senza che gli angoli si portino alT indietro e ì condili scor¬ rano in avanti; quindi nell’ aprìmento eccessivo del-

Lussazioni di alcune essa della testa ^ ec, 47

la bocca accade talvolta die V osso si sloghi scap-p* pando I condili troppo Innanzi , fuori affatto della cavità articolare , e restando impegn^iti davanti al- l’apofisl trasversale, o articolare dell’osso tempo- rale che forma una delle radici dell’ arco zigoma¬ tico , onde vengono a trovarsi nella fossa zigomaticas

82. ^ e’ figli d’età molto tenera si nota essere Impossibile a lussarsi la mascella , stante che 1} corpo e le branche dell’ osso si uniscono ad ango« lo molto ottuso, onde I condili essendo quasi nella direzione del corpo dell' osso , essi sono sempre il centro de’ movimenti della mascella.

83. La causa ordinaria di queste lussazioni suol essere T azione muscolare , e per Io più quella del¬ lo sbadiglio , qualche volta ancora il ridere , onde la frase di sganasciare , o smascellar dalle risa. Ho veduto una donna slogarsi la mascella nel fic¬ car le dita In gola per cavarsi qualche seme di li¬ mone scappatole giù in bevendo una limonata. Pub anche un colpo dato sulla mascella slogarla ; ma per far questo bisogna che la mascella sia già a- perta , o che il colpo dato d’ alto in basso tenda ad aprirla ed abbassarla violentemente. Loder vide la lussazione della mascella nello strappare un dente. Altre volte si sloga sotto le convulsioni , come è stato veduto da fienkel , da me ed altri. Ma d’ ordinario le convulsioni fanno piuttosto chiuder la ho oca che aprirla troppo. Anzi è stato osser¬ vato che ad un fanciullo epilettico nell’ aprirgli la mascella chiusa gli si faceva cessare il parossismo (a).

84. Possono entrambi ì condili uscire di luogo ,

(a) Armai, de Qa^à voi, 6. pag, izy.

Lussazioni di alcune ossa delia testa ,

ovvero un solo , secondochè la forza lussante ha $glto d’ ambe le parti-, ovvero da una sola , o al¬ meno disugualmente; ma la lussazione, ’sla da una, sia dalle due parti, si fa sempre alla stessa manie¬ ra , cioè trascorrendo il condilo dinanzi alla radice deir arco zigomatico.

85. Nella lussazione d’ ambi I lati la bocca resta forzatamente aperta ; il mento , oltre ad es¬ sere abbassato , sporge più innanzi In un co* denti inferiori , le guance sono allungate ed appianate insieme alle tempia si sente un voto dinanzi all’ orecchio , e T apobsl coronoide si sente al disotto della guancia ; colla saliva continuamente dalla boc¬ ca, e r uomo non può a principio parlare , inghiottire ; ha la bocca e gola asciutte e patisce sete,

86. Il solo trovarsi i condili impegnati davanti alla radico dell’ arco zigomatico basterebbe ad ob¬ bligar la mascella di star abbassata. A ciò alcuni hanno aggiunto , e lo stesso Battcher continua a crederlo, che la punta dell’ apofisi coronoide si trovi portata contro il bordo Inferiore dell’ osso zigoma¬ tico , e tenutavi fermamente poggiata per V a- zlone de’ muscoli elevatori della mascella impedisca r alzamento di questa; al che aggiugne pure l’a¬ zione de’ muscoli depressori, ch’egli crede troppo tesi ; ma una tale tensione non può certamente aver luogo , come pure non cosi facilmente quella Inca¬ stratura deir apofisi coronoide ; e pare piuttosto che, oltre alla positura de’ condili, 1’ azione stessa de' muscoli elevatori s’ Inverta , diventando anch’ essi deprcssori , per essere la linea di loro azione di¬ venuta posteriore ai condili , come è stato acuta¬ mente notato da Petit,

0 di quelle del tronco,

87. Nella lussazione di un sol condilo la bocca non è così aperta, anzi piuttosto socchiusa e sterra; i denti del lato lussato sporgono In dentro e un po’ innanzi, onde 1 canini si trovano sotto gl’ Inci¬ sivi (a) , e nel lato sano sporgono in fuori , tro¬ vandosi anche il mento Inclinato dalia medesima parte ; la mancanza , 0 depressione dinanzi all’ o- recchio è solamente dal lato della lussazione , l’ al¬ tro iato è più prominente; la saliva si raccoglie in bocca ed esce a sgorghi di tanto In tanto , non continuamente ; la loquela e la deglutizione sono meno Imbarazzate.

88. L’ aspetto di questa lussazione è quindi tale come se la mascella fosse slogata lateralmente. Al¬ cuni di fatti , e tra questi lo stesso Bertrandi , hanno creduto che uno de’ condili si portasse ester¬ namente e r altro internamente. Ma la più gene¬ rale e insieme più giusta opinione da Ippocrate in poi si è , che l’ apparente lussazione lateraie non sia che quella di un sol condilo. In fatti gli stessi fenomeni della pretesa lussazione laterale si possono dimostrare sul tesclilo col solo spostare uno de’ con¬ dili In avanti. Un’altra prova dimostrativa su questo punto lo r ebbi In occasione di aver dovuto mol¬ tissime volte riporre la slogata mascella ad un gio¬ vanetto epiletllco ; nel quale più d’una volta mi h accaduto , che , se operando per la riduzione della segamento d’ ambi 1 condili , io agiva per avven¬ tura un poco più forte da una parte che dall’ al¬ tra , tornava a sito un solo condilo , e la lussazio¬ ne sullo stesso punto prendeva 1 caratteri della così

(a) Pareo. Lib. i6. cap, 8.

Monte Voi, V,

So Lussazioni di alcune ossa della testa ,

delta lussazione laterale , finche operando all’ Istes- sa maniera dall’ altra pi^rte terminava di rimetterla a luogo.

89. La riduzione della mascella inferiore , pur¬ ché tentata con giusto metodo , suole facilmente riuscire. E se anco tal lussazione accada di venir trascurata , senza esser rimessa , non si è poi veri-, ficaio il pericolo che Ippocrote e i suol seguaci pretendevano che ne succedesse , essendosi veduto che in progresso la mascella insensibilmente alza e riviene la facoltà di parlare ed inghìotllie discre¬ tamente ; il che ebbi io pure occasione di osser¬ vare in un uomo, che per lo slogamento della ma¬ scella , non conosciuto , era stato trattato con sa¬ lassi ed altri presldj , come se fosse stato apople- tlco. Intanto si erano lasciati passare alcuni mesi , e quando lo visitai per la piìrna volta , la riduzione non fu più possibile ; ciò non ostante egli chiu¬ deva la bocca , parlava ed inghiottiva con pochissl-? ino difetto. Il citato Henkel (a) non fu pure in 1- stato rimettere a lao^o la lussazione della ma—

0

scella già sussistente da quattro mesi , ed i difetti che portava, furono V uscita contìnua della scialìva dalla bocca , la capacità di mangiar solo minestre e non cibi duri , come anche qualche difetto nella loquela e non più. Lo sbaglio di prendere lo slo¬ gamento della mascella per un’apoplessia non deb- b’ essere cosi raro , perchè è occorso di vederlo an¬ che a Petit , e pare che non solo nelle persone inen perite dell’arte, ma ne' malati stessi incominci lo sbàglio. Una donna , a cui io riposi la mascella

(a) Med„ und -cJiir. Anììierlcung. i, Saminl»

^ di quelle del tronco» 5i

slogata , cadde In deliquio per la consolazione di trovarsi liberata da una malattia , eh’ ella credeva assai maggiore di uno slogamento.

90. Per riporre la mascella slogata si a te¬ nere la testa ad un assistente , poggiata al petto e fermata colle mani alla fronte ; s’ introducono i pol¬ lici sopra gli ultimi denti molari inferiori e contro la radice dell’ apofìsi coronoide , abbracciando colle altre dita per difuori gli angoli e I lati della stessa mascella. Abbracciata così la mascella d’ ambi I Iati , si cominciano a spinger prima un po’ innanzi l condili per disimpegnarli e scostarli un poco dal margine anteriore dell’ apofìsi articolare , sul quale sono poggiati ; indi si abbassano e si spingono In dietro , rialzando il mento coll' abbassare gli angoli e portarli innanzi nello stesso tempo ; col qual processo sogliono 1 condili andare a luogo , e la bocca si chiude talvolta con tal forza che i pollici dei chirurgo corron rischio d’ essere morsicati , se egli non sia pronto a ritirarli.

91. A preveriìre quest’ ultimo inconveniente viene insegnato di fasciar prima i pollici 0 involgerli in un pannolino ; ma ciò non basterebbe a garantirli del tutto da offesa. Bell preferisce un ditale di ferro sottile ricoperto di cuojo , o veramente si possono portare i pollici obliquamente dal difuori all’ in¬ dentro , in modo che poggino come traverso so-” pia i soli ultimi denti e contro la radice dell’ apo- hsi coronoide , tenendo il rimanente del dito fuori della linea degli altri denti più anteriori , che così nel chiudersi la bocca vengono ad incontrarsi i denti incisivi più lunghi , e lasciano all' indietro un po’ d’ intervallo , che accresciuto dalla pressione del dito , fa che più difficilmente venga offesa la cima

52 'Lussatlonl di alcune ossa delia testa ^

esso. Un tal procedere , che mi è più volte rm-> scito , sembra nell' effetto somigliare a quello di; Dvpouy , il quale si legge che insegnasse di spirn ger co’ pollici le gote in fuori , che così scostando i muscoli masseteri e crotafìti , com’ egli credo , la mascella non si chiude con tanta precipitazione. Ho pur veduto , che molle volte si possono garantire i pollici col ritirarli prima che la mascella sia an^ data del tutto a luogo e che la bocca si chiuda. Imperciocché disimpegnati una volta i condili , e spinti air indietro , la mascella sovente sta titubante ed agitata da’ muscoli per alcuni momenti e poi sdrut'ciola a luogo da medesima.

92. Vi^o e Pareo abbassavano la mascella con due Gonj di legno premuti su gli ultimi denti , alla stessa maniera de’ pollici , nel mentre che altri alr zava il mento con una fascia passatavi sotto» li Berti aneli dice di aver veduta questa pratica riuscire ad un racconc'atore di campagna in un caso , nel quale il cerusico aveva mancato coll’ altro modo. Chi sa però se quel cerusico avesse abbastanza benq^ operato ? Perchè del resto l’ indicata maniera (90) è certamente la più metodica , ragionevole ed effi> cace di quante altre ne sleno state finora proposte e adoperate, purché si combinino a dovere ì tre movimenti consigliati cioè prima quello di spinge? più Innanzi di quel che sono I condili , come fa¬ ceva già il La Motte ( Oùs. 889.), e poi 1’ altro composto di portarli in basso ed all’ indietro. Bótt~ eher nell’ insegnar egli pure di spinger prima un po’ innanzi la mascella, si ad intendere che ciò serva a disimpegnare ' i processi coronoldel dall’ osso zigomatico ; ma è piuttosto da credere , secondo il Bell , che tal movimento giovi al disimpegno de*

e di quelle del tronca, 63

condili, non sembrando che le apofisi coronoldi abbiano tanta Ingerenza In questa lussazione.

93. Nella lussazione di un sol lato si fara la maggior forza da quel lato , dove i denti sono spinti air indentro (a) , perchè ivi h la lussazione (87); e colla mano dell’ altro lato non si farà che secon-

dare l' azione dell’ altra ; meglio è però servirsi an¬ che in questa lussazione d' ambe le mani ed operar d’ ambi 1 lati , che così s’ imprime un movimento più forte , equabile e regolare alla mascella , di quello sia operando con una sola mano dal lato imicamente della lussazione , come altri hanno inse¬ gnato. In questa lussazione da una sola parte suole incontrarsi un poco difficoltà nel portare il pol¬ lice contro gli ultimi denti per trovarsi la mascella semichiusa , ma cominciando a deprimere un po* più la mascella col poggiare sul lato sano, dove l denti sporgono in fuori , o veramente col bastonci¬ no a conio , si riuscirà a far luogo al dito anche dal lato lussato , il qual dito in tal caso non dovrà esser fasciato per non accrescerne la grossezza, L’ azione continuata a lungo del bastoncino potrà servire altresì col tener aperta la bocca a stancare la resistenza de’ mascoli , come si è detto (5o).

94. Rossi vide un soldato , cui si lussava da un sol lato la mascella inferiore fino a sei volte in un giorno , per contrazione irregolare de’ temporali , e lo guarì applicando V elettricità positiva all' opposto muscolo ; e la lussazione andò a luogo da me¬ desima. Forse era uno storcimento non per anco por¬ tato al vero grado della lussazione'; di che daran- nosl esempi qui sotto.

(a) fietster, Lib, 5. cap. 4,

* ^

Lussazioni di alcune ossa della testa ,

95. Fatta la rìposlzìone, applicherà la fionda o un Fazzoletto passato sotto il mento ed annodato al sincipite , e la persona si guarderà ne’ primi giorni dal masticare e dal troppo parlare, e si guarderà lungamente dallo sbadigliare e ridere smo¬ deratamente, essendo ‘tpiì molto Facile la recidiva; come in Fatti si osservano alcune persone andarvi soggette interpolatamente per molti anni di seguito.

9G. Qualche volta succede, che per la mastica¬ zione cose dolci o della carta , o per veder al¬ tri masticarla o lacerarla , o per lo riso smoderato , sbadiglio, o masticazione di corpi grossi e duri, si smuova un poco la mascella, per certa convulsione o disordinata azione de’ suoi muscoli, Forzandosi alquanto i legamenti , senza che siegua lussazione ; ma solamente si sente un dolor vivo che dura talvolta per varj giorni e svanisce poi tanto più presto , se diasi qualche riposo alla parte. Un uomo a'cvà sentito nel muover la bocca un dolore ad una delle articolazioni mascellai i , in seguito al quale era comparsa una gonfiezza alla regione della parotide , la quale Forse premendo di fianco la mascella , Fa¬ ceva che i denti da quel lato sporgevano un po’ in dentro e dall’ altra parte all* inFuori, sicché pa¬ reva a prima vista la lussazione di un condilo ; ma dissipatasi sotto un empiastro emolliente quella tronfiezza , la bocca e i denti si raddrizzarono e svanì il sospetto di lussazione.

97. Narra Benevoli ( Oss. 34*) il caso di un prete, che nello sbadigliare rimase colla bocca som¬ mamente aperta. Si Fecero varj inutili tentativi sul supposto di lussazione. Ma il citato autore vedendo che la mascella non era del tutto immobile, le articolazioni punto disunite , che il mento non i*

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e di (juelle del tronco»

Scorgeva In avanù , inclinava verso lo sterno , giudicò che non fosse che una contrazione de' mu¬ scoli. Ordinò unzioni d’ olio di rnandorle dolci , e per la sera la tn asc ella si ristagli ; notandosi an¬ cora che i muscoli temporali erari grossi come uova , a motivo della loro contrazione. Per altro questa contrazione doveva fare un elfetto tutto con¬ trario, cioè di far chiudere la bocca ; onde sareb¬ be lecito di sospettare che veramente vi fosse una lussazione imperfetta delia mascella ^ o almeno qualche muscolo , quale poi sia andata a luogo da se medesima. A. Nannoni (a) riferisce di uno che in mangiando fu preso da dolore in una delle mascellari articolazioni. FormossI istantaneamente un tumore che poi si dissipò in pochi giorni co’ fo¬ menti di posca. De* quali casi giova tenere memo¬ ria per non Ingannarsi In credere lussazione vera , dove non v’ ha che 1' apparenza , e così incorrere in altro errore opposto a quello di già accennato di prendere la vera lussazione per un’ altra malattìa.

98. Oltre le specie poi di lussazioni più avve¬ rate , che abbiamo addotte , v’ ha chi crede darsene delle altre. Tale è la posteriore che Vo^el , citato e non contrastato da Loder , dicesì avere tre volte osservata.

99. Lussazioni d^' denti» I denti smossi da’ loro alveoli ed anche totalmente separali e caduti fuori della bocca per causa violenta, possono , purché ciò sia senza notabile dilazione tempo , rimettersi ne’ loro alveoli , raddrizzarsi e legarsi co' denti vi¬ cini per mezzo di un filo di canape , lino , 0 seta

(a) Trattato tom. i. pag. *44.

56 Lussazioni di alcune ossa della testa ,

o d' oro o d’ argento , astenendosi per alcuni giorni dalla masllcazione cibi sodi , la quale però in seguito eseguita con discrezione, sarà anzi utile per vieppiù assodarli ed impiantarli nell’ alveolo più fortemente, essendo essi soliti mantenersi pe» qualche tempo più lunghi degli altri e doleiul. Che se questo allungamento del dente punto non ceda , vien consigliato di nuovamente estrarlo , accorciarne con lima la radice , otturare il foro del nervo con lamina d’ oro o di piombo e rimetterlo a sito. Se qualche gonfiamento entro 1’ alveolo 1' avesse ristretto a segno che non potesse il dente insinuarsi fino al fondo , si può ancora limarlo e assottigliarlo late¬ ralmente. Si usa pure di slogare a bella posta un dente guasto e dolente per rompere il nervo che s’ insinua nella sua radice , onde non sìa più alto . a sentire dolore ; quindi raddrizzarlo e rimetterlo nella sua primiera situazione e legarlo come sopra (a).

lOO. Lussazione dèli' osso joide. U in ^hioìtlmenìo di un boccone smoderato e non ben masticato, fa™ cendo una soverchia distensione de’ muscoli iofarìn- gei , può produrre una specie lussazione nelle appendici cartilagìnee dell’ osso joide , quale venne notata dal Vaisalva.

TOT» Una donna dopo aver inghiottito un grosso boccone di carne manzo non ben masticato ^ la^navasì , come se anello le fosse rimasto nella gola ; ed erano già stati fatti varj tentativi colle inani e co' rimedj inutilmente , quando , passati tre giorni , che più non poteva mangiare, bere, andò a consultare falsalva , il quale , dopo aver con**

<a) Eourdet. Recherchfs et ohserVo sur iotiies les pariìes de Vari du ientisU tom. i. cap. 2.

e di ejuelle del tronco; 5j

sMerato che forse potesse esser accaduto Ono smo”" vìmento in alcuna delle appendici dell’ osso jolde ^ mise a maneggiare quelle partì in conseguenza del suo sospetto e delle cognizioni anatomiche , e appena dopo uno o due tocramenti donna si trovò guarita , sicché Immantinenti potè bere un brodo e quindi prender cibo ; laddove credevasi poco prima in uno stato oramai disperato (a).

102. Oltre questa lussazione all’ infuori ^ P. P. Molinelli (b) ne osservò in due casi imà opposta air indentro j cagionata da una forte compressioue esteriore sull’ osso joide. Eravl in un caso la diffi¬ coltà d’ inghiottire , accotiipagnata da sommi stimoli air inghiottimento , una grandissima angustia, polsi esili j sudori freddi , timor di morte. L’ autore os¬ servò esservi qualche cangiamento figura nella laringe ; e conosciuta la spostatura all' indietro dèl- r osso joide , il tornò a spinger in fuori a suo luo¬ go col mandar giri in gola replìcatamente un dito della mano destra. Allo stesso modo ripose 1’ altro slogamento, dove però T ansietà e la difficoltà d’ inghiottimento erano a grado molto minore. An¬ che Borsieri vide una volta questa lussazione dèl- r osso joide, e la crede una specie di diastasi fatta air unione cartilaginosa del gran corno col corpo deir osso (c).

103. Lussazione della testa» Essa propriamentè consìste nello slogamento de* condili dell’ occipite nella loro articolazione colla prima vertebra. Ma siccome quest* articolazione è assai fitta e di movi-

fa) 'Tractat àe aure human, cap. 2*

(b) De Bononiensi Instituto tolti» 5. pars 2,

(c) Instit. Mei. voi. 3.

Lussazioni di alcune ossct dellà testa ,

menti molto limitati , tal lussazione è molto diffi» cile e rara.

104. La lussazione dell* occipite sulla prima vertebra, se fosse possibile per causa violenta ed esterna farebbe tosto perir la persona ; v* ha però 'esempio d’ èssersi fatta a poco a poco. Boyer fa menzione di una prima vertebra imperfettamente lus¬ sata , non si sa come , ed attaccata In altro luogo coU’osso occipitale , visibile nel gabinetto di storia naturale di Parigi , che Léveillé crede la stessa, di cui fecero menzione Duverney e Bertln. Un simile smovlmento incompiuto fu osservato da Lossus, E già il Pareo parlò della lussazione violenta poste¬ riore de’ condili delP occipite , in cui dice V uomo restare col mento contro il petto e morire Senza rimedio (a). Ma 1’ articolazione dell’ occipite colla jprlma vertebra è così stretta e forte , che a stento l’anatomico può separarli collo scalpello, onde il Petit ed altri ne credono quasi impossibile la lussa¬ zione. Le così dette slogature della testa o pluilosto del rrUo si sogllon fare più In basso.

105. Assai più frequente è la lussazione della prima vertebra sulla seconda , ed h per 1’ ordinario questa lussazione , che si è fatta , quando si dice in genere slogamento della testa. E’ stato osservato da Lo uis , che negli appiccati si fa per lo più la lussazione della prima vertebra sulla seconda 6 qualche volta no ; ciò che egli credeva dipendere da un certo giro , che 1’ esecutore faceva fare corpo; onde si voleva Inferirne che quando un ap¬ piccato abbia slogata la prima vertebra , sia da’

(a) Lib. t6, cap. i|.

è di quelle del tronco» S9

1

giudicarsi appiccato per mano altrui; raa la sola sospensione unita a’ dlbattunenti spontanei del corptì può fàre r istesso effetto senza dell’ altrui mano ; come accadde nel caso narrato da Petit , di un ragazzo di sette anni , che essendo stato alzato da

o ^ '

terra per ischerzo con una mano sotto il mento ed altra all’ occipite , si andò dibattendo , si slogò il collo e morì sul momento. Negli appiccati stessi si trovò alle volte T atlantica totalmente separata dal- r eplstrofea con lacerazione de’ legamenti è lussa¬ zione compiuta. In altri casi si trovarono i lega¬ menti così distratti da lasciare smuovere l’ apofisi odontoide a segnò comprimere lo spinai mldoUoi con morte inevitabile e pronta in ambi i casi Que¬ sta è dunqiie un’ altra causa della morte degli ap^ piccati , che perciò non si possori salvare, ancorché si sciolgano subito , salvo che i legamenti non a- vessero una forza straordinaria , ondè 1’ articola¬ zione si conservasse intera, e allora l’ appiccato si può riavere anche un po’ tempo dopo essere stato appeso. Duvern&y asserisce che la lussazione vertebrale negli appiccati sueceda piuttosto tra la t^rza e la quarta vertebra.

106. In questo ed altri consimili moti scohci del collo possono anche lacerarsi i due legamenti che attaccano T apofisi odontoide all’ orlo del foro occipitale ; e le masse laterali dèlia prima vertt bra scivolare sulle apofisi articolari della seconda , iri modo che , se la testa è voltata da sinistra a de¬ stra , la massa destra si porta dinanzi alla corri¬ spondente faccetta articolare. In questa lussazioré altresì 1’ apofisi odontoide lascia talvolta la porzione d' anello , in cui è rinchiusa e porta airindìetro contro il midollo spinale: altre volte quell’ emi-

/

6o Lussazioni di alcune ossa della testa ^

nenza rliiiane nel suo anello , ma tuttavìa lo spinai midollo ne soffre storcimento e compressione.

107. Alcune volte si combina una certa rilassa» tozza de' legamenti, che da facilmente adito ad una incompiuta lussazione. Un giovane provava difficoltà à raddrizzare la testa ogni volta che la voltava a destra o a sinistra ( Boy et

108. In molti casi di lussazione del collo non si vide punto accaderne la morte. In questi proba¬ bilmente una sola o due apohsi articolari si erano slogate , ossia portate dinanzi a quelle che doveva¬ no sostenerle. In tal caso il canal vertebrale non Si siringe gran fatto e la midolla non ne riporta sempre una grande compressione , onde non ne av¬ viene talvolta che il torcicollo.

109. Quando in seguito ad un movimento subi¬ taneo e violento della testa , questa si trova rivolta a des’ra o a sinistra senza potersi raddrizzare , e il muscolo sterno-mastoideo , in luogo d' esser con¬ tratto , trovasi rilassato , segno è che il torcicollo non dipende da difetto ne' muscoli , ma da lussa¬ zione delle ossa.

no. Se tal lussazione non produce sintomi gra* vi, è forse più prudente, dice Bofer ^ il non ten¬ tare la riduzione , perche il malato potrebbe morir di sbalzo sotto i tentativi , come nel caso di Peti/, di quel ragazzo che sotto la tiratura del collo ri¬ mase morto (io5). Ma Petit non vide precisamente quale fosse lo sconcerto ; ed il timore di tirare sul collo per ridurre la lussazione , fondato su quel solo avvenimento, è forse un poco esagerato. Trovasi nel- r opera di Léveillé , che un giorno fa condotto a Desault un fanciullo con uno slogamento parziale del collo fatiosi nel tener il corpo in aria poggiata

é di quelle del tronco, 6 E

sul capo. Il suddetto chirurgo diede prevenzione alla madre , che il figlio avrebbe potuto morire nell’ atto di rimettergli lo slogamento ; indi lo ridusse felice¬ mente ; ed ebbi io pure a raddrizzare il collo a qualche ragazzo , e ad un adulto pure , che si era fatto uno smovìmento al collo nel poggiare il di¬ dietro della testa sul cuscino , onde sollevare il tronco in atto di vestirsi a letto. Non so però bene se fossero semplici storcimenti o vere slogature, punto ebbi ad impiegare quella eccessiva stiratura di collo che potesse loro pregiudicare.

111, Volendo pertanto tentare la riduzione del collo lussato si dee cominciare a stirarlo , inclinan¬ do la testa ancor più di quello che già si trova , per dislmpegnare l’ apofìsi articolare della vertebra superiore ; ed è questa inclinazione che può es¬ sere pericolosa. La controestensìone si fa tenen¬ do ferme le spalle , indì porta la testa e i! collo in dirittura, facendo loro fare un moto di ro¬ tazione opposto a quello che produsse lo slogamen¬ to. Poscia si tiene quieta ed obbligata la testa col¬ la fasciatura dividente del callo , o altro analogo artlbcio.

112. Dice il Latta che la lussazione parziale del capo può spesse volte , curata in tempo , gua¬ rire. Ogni qual volta la testa venga spinta forzata- mente da un lato ed ivi trattenuta , nel mentre che il corpo viene tratto al lato opposto, può accadere che uno de’ condili dell’occipite, cioè quello del Iato opposto all' altro che ricevette il colpo , si de¬ prima sul fondo delia cavità glenoide della prima vertebra, onde 1’ altro condilo in proporzione si rialza , ed il suo orlo interno può passare sopra quello deir atlantica esternamente, in questo caso la

fj2 Lussazioni di alcune, ossa della testa ^

?<3sta rimane rivolta da un lato ed II mento abbassato sul petto. Inoltre dalla pressione del margine Interno del condilo passato entro la cavità contro lo spinai midollo , ne insorge la paralisi e V uomo muore prontamente se non si faccia subito la riposizlone ; di che vi son molti esempi per cadute dall’alto o da cavallo.

I i3. Quando perciò , proslegue il Latta , siam cblamati da un malato , il quale si trovi senza sen^ so e senza moto , col capo da un lato e il mento abbassato , si dee subito collocarlo a terra col cor¬ po sostenuto da un assistente. 11 clprurgo si met¬ terà dal lato ov’ è Inclinata la testa , prendendo con una mano il mento e cplb altra la parte posteriore e inferiore della testa e V alzerà con tutta la sua forza , nel nientre che V assistente tlen giù il tron¬ co. E questa estensione si continuerà a fare fino a tanto che T orlo interno del condilo , che era pas¬ sato sopra quello della cavità gìenoldea , sia tornato a sito ; il che si conoscerà pel ritorno del capo alla sua figura con un subitaneo scroscio. Dopo di che comunemente il malato In pochi minuti ri¬ cupera la sensibilità, e può camminare , purché non sia stato differito troppo il soccorso. Del resto si collocherà dopo la riduzione il malato In letto col capo e colle spalle un po' rialzati. Il medesi¬ mo Latta accenna tre casi di persone ubbriache , cadute da cavallo , che si slogarono parzialmente il collo nella suddetta maniera , ed essendo loro stata fatta la riposizlone sul momento da uno de’ loro compagni , si ricuperarono così subitamente , che si poteron rimettere a cavallo e proseguire la vìa, come prima.

1 14* Qualche volta la lussazione del collo si fa

^ di quelle del tronco» 63;

più In basso. Si è osservato il collo lussato In se¬ guito ad una violenta rotazione della colonna cer¬ vicale , senza poterla ricondurre alla sua rettitudine naturale ; e l’ ostacolo si sentiva verso il mezzo dell’altezza della colonna medesima.

n5. Lussazione delle vertebre in generale, li le vertebre sono suscettibili di lussazione, e spe¬ cialmente le più mobili , quali sono quelle del col¬ lo e quelle tra il dorso ed i lombi. E tali lussa¬ zioni possono farsi ne’ loro corpi o semplicemente nelle articolazioni delle apofìsi oblique.

1 16. Lo slogamento di tutto il corpo delle ver¬ tebre non potendo farsi senza rottura o staccamento delle cartilagini intervertebrali , congiunti d’ ordina¬ rio a qualche frattura dell’ osso stesso , è stato da noi riferito all’ articolo delle fratture, tanto più che realmente in questi casi la spina tutta presa in complesso trovasi rotta in due o tre pezzi. Ciò norr ostante, se lo schiantamento de’ corpi delie verte¬ bre merita d' essere ascritto alle fratture , Io spo¬ stamento rimarchevole delle vertebre diseccate porta 1 caratteri della lussazione.

11 7. Ben si comprende che queste grandi lesio¬ ni non saranno d’ ordinario che un oggetto di cu¬ riosità patologica nelle sezioni de’ cadaveri, essendo il loro esito comunemente funesto. Si I<^gge però presso Schmiicker (a) il caso narrato da SeLLin di una lussazione delle vertebre del collo , felicemente riposta , colla guarigione in otto giorni. Ma questo esempio somiglia a quelli del Latta , accennati già prima anche da Bell ; i quali probabilmente iioa

(a) Chir. Schrif^»

Lussazioni di alcune ossa della testa^

l^jrono che lussazioni delle apohsi , non già dei corpi delle vertebre.

11 8. Più meravigliosa si è P osservazione di diger. Ad un uomo cadde addosso un muro, e gli si trovò 1’ ultima vertebra dorsale lussata sulla pri¬ ma vertebra lombare, sporgendo quella in fuori di tre traversi di dito all indietro e a destra. Si collocò il malato boccone sul ietto, e facendo fare r estensione dagli assistenti , il chirurgo ne fece con difficoltà la riduzione ; ma la vertebra si slogò di nuovo , subito che si desistette dall’ estensione. Allora il chirurgo ordinò che quattro uomini con¬ tinuassero a far f estensione per alcune ore , in- tanto che un altro comprìmeva le vertebre per tenerle in sito. Poi si sostituirono delle grandi com¬ presse , sulle quali si pose una tavola caricata del peso di più di 5o libbre. Il di seguente si levò il peso , sostituendovi grosse compresse ed una stretta fasciatura. Si fece stare il malato per i5 giorni giacente sul ventre, colla parte superiore del petto più rialzata del pelvi , perchè i corpi d@lle vertebre si combaciassero più esattamente , rinnovando V ap¬ parecchio ogni due giorni. 11 terzo giorno usci colle orine del sangue e della materia purulenta , e il quarto del vero pus. Il giorno 20 1’ uomo potè stare sul dorso, e verso la fine della quarta setti¬ mana le vertebre stavano a sito da medesime ; onde si concedette al malato di mettersi a sedere e fare alcuni movimenti. In capo a sei settimane r uomo fu guarito bene , che potè fare il suo mestiere di muratore , come prima.

119. A questi casi agglogniamone alcuni altri men gravi, T esito felice de’ quali, comeche meno meraviglioso , non lascia d’es^r« varo ^ c può ser-

& di quelle del tronco. 65

l?ire a fomentare una qualche speranza anche in queste lesioni generalmente fatali.

120. Duyerney vide Io slogan^ento della seconda vertebra , colla odontoide gettata contro il canale vertebrale , sopravvivendo T uomo > ed essendovisi fatta un’ anchilosi (a).

121. Leggesl presso Lassus (h) , che un uomo caduto dal terzo plano presentava un tumore al fine del dorso , con allontanamento delle apofisi spinose e paraplegia. Il qual uomo guarì , restandogli solo il tumore.

122. Narra Larrey d’un soldato, cui una palla morta di cannone slogato aveva la decima vertebra dorsale , e pure col tempo andò perdendo i dolori e potè camminare, senza che T osso si riducesse (c).

1 23. Nel libro 5.^ di Schenchio , ove tratta De gibbo , è registrata 1’ osservazione di Cardano , sopra una fanciulla che riportò una lussazione la¬ terale delle vertebre del collo , e rimase colla para¬ lisi ad una mano solamente. In questo caso la pa¬ ralisi era dal lato concavo del collo , meatr' io la vidi dal lato convesso , onde conviene dire che in uno agisse la compressione e nell’ altro la disten¬ sione de’ nervi , o d’ una parte dello spinale mi- dcdio (P. I. 528).

124* Le lussazioni delle sole apofisi oblique pos¬ sono portare minore sconcerto; e la lussazione si fa d’ ambedue le apofisi, o di una sola ; nella qual cosa ha questo slogamento un certo rapporto con quello- della mascella inferiore. Tali lussazioni , secondo

(fa) Tì/Ialad. des os tom. 2.

(b) Patholog. chirurg‘ voi. 2. pag. 197.

(c) Mémoìres de chìrurg. mìlhaìre tom, J. pag. 41 5.

Monteg. Voi. V. 5

66 Lussazioni di alcune ossa della tenia ^

Petit , succeriono in conse.^uenzsa della eccessiva inflessione della spina dlretlamente in avanti o la¬ teralmente. Nella quale inflessione le punte delle apofisi oblique inferiori delia vertebra superiore si alzano sopra le punte delle apofisi oblique supe¬ riori delia vertebra inferiore ; e queste apofisi oblique , incontrandosi colle loro estremità accaval¬ late in senso contrario , impediscono che la spina possa raddrizzarsi. Nelle inflessioni oblique in a- vanti e lateralmente , si alza e si sloga solamente V apofisi obliqua del Iato opposto.

125. Esaminai colla sezione un uomo caduto col capo in giù , al quale trovai lo slogamento della quinta sulla sesta vertebra del collo. Le apofisi o- blique inferiori della quinta si trovò che nella forte piegatura del collo erano trascorse di sotto in su fino air apice delle superiori della sesta , e sorpassato quell’ apice , eran cadute dinanzi a quelle apofisi , in vece d’ esservi dietro ; sicché snudala la colonna cervicale da’ muscoli , si affacciava per davanti la faccetta cartilaginosa dell' apofisi obliqua inferiore della quinta vertebra in mezzo a’ processi laterali di questa e della sesta , che restavano un po’ più distanti del naturale , e per conseguenza un po' piegata la spina in avanti ; mentre per di¬ dietro si vedevan nude le faccette articolari delle apofisi oblique supeiicri della sesta vertebra, state abbandonale dalle corrispondenti oblique della ver¬ tebra superiore. Le due apofisi spinose erano al¬ quanto allontanate, e v’era una frattura della porzione anulare posteriore della sesta vertebra In vicinanza all’ apofisi obliqua superiore sinistra, come am be qualche frattura marginai*^ de' corpi delle due vertebre smossi e in parte schiacciati , con qualche rottura della cartila£;irie iniei media.

e di quelle del tronco, Qj

126. Del resto la lussazione de’ processi obliqui

era eguale d’ ambi i iati ; e per farne la riduzione bisognava aumentare e forzare di mollo la piega¬ tura della colonna cervicale , fino a che la punta del processo della vertebra superiore si alzasse a livello di quello della inferiore , onde il potesse scavalcare e scorrervi dietro per far combaciare la sua faccia articolare anteriore colla posteriore del* r altro; a favorire II quale scavalcamento giovava pure il deprimere la vertebra Inferiore, quando il collo era alla massima piegatura , per fare che più facilmente la punta del processo della sesta veitehra passasse sotto e dinanzi a quello della quinta. E sebbene questi moti di slogatura e di riposizìone si replicassero più volle sullo scheletro in via d’espe¬ rimento , erano sempre faticosi e difficili , non o- stante che più non vi fosse che la resistenza dei residui legamenti delle due vertebre. Quanta dunque non sarebbe stata la difficolta , operando sopra r integrità del collo di un vivo , dove pure non si avrebbe potuto procacciarsi un’ idea così precisa dei vizio e della sua ubicazione ? ^

127. A ciò si dee aggiugnere, che esaminata in seguito la midolla spinale , si trovò dessa eccbimo- sata e come spapolata nel centro , onde i danni da essa sofferti sarebbero Continuati , anche nel caso che fatta fosse la riposizìone sul vivo ; ciò che per 1’ oscurità della diagnosi e pel troppo gra¬ ve stato del soggetto , che morì In tre giorni, non era stato tentato.

128. Dagli accennati sperimenti poi di nuove slogature e riposizioni si rilevò , che per islogare i processi abbisognava una fortissima piegatura , la <|uale si faceva minore , una volta accavallati e

68 Lussazioni di aÌGiine ossa delia testai

slogati ì processi , e si doveva poi tornare a cre¬ scete e portarla al maximum per ricondurli a luo¬ go ; ciò che è conforme alla massima generale già da noi stabilita in questo proposito (55).

129. Finalmente si vide pure afcadere un fe¬ nomeno d’ altra analogia di queste lussazioni eoa quelle della doppia articolazione mascellare, cioè che talvolta impiegando un po’ più di forza da una parte che dall’ altra , 1’ apofisi andava a sito da un sol lato , onde la lussazione prendeva 1' ap,- parenza di laterale , inclinandosi e torcendosi il collo obhliquamente dal lato lussato a quello che non lo era più , non altrimenti che nelle lussazioni della mascella di un sol lato.

130. Per fase la riduzione delle vertebre dorsali e lombari porrassi secondo la lunghezza d’ un letto largo tre piedi , un lenzuolo grosso , rotolato in forma di capezzale, o anche uno o due guanciali, e farassi coricare il malato boccone a traverso di questo letto, appoggiato sopra il rialzo del len¬ zuolo rotolato , o de’ guanciali posti rimpetto la vertebra slogata. Due o più ajut.inii premeranno e tireranno sulle spalle e sulla parte superiore della spina presso la radice del collo , ed altri sull' osso sacro e sul banchi , per far piegare , ossia stendere in direzione curvilinea la spina; indi comprlmerassi la gobba stessa, e più quella delle vertebre slogato, eh’ è immediatamente sotto al luogo più alto del tumore formato dalla lussazione ; cioè si compri¬ merà la vertebra appartenente alla parte Inferiore della spina , e nel tempo stesso si alzeranno e rad¬ drizzeranno le estremità della spina medesima. Nella lussazione di una sola apobsi si fa una flessione obliqua della spina , premendo più sull’ anca sinistra

di quelle del tronco»

e sulla spalla destra, se lo slogamento è a sinistra ; cd al contrario

131. Qualche volta è riuscita la riduzione colla sola forte compressione della gobba formata dalie- vertebre slogate , senza previe estensioni , e forse in questi casi i processi obliqui si eran fermati colle rispettive estremità poggiati gli uni sopra gli altri , siccome credeva Petit (iSy) , senza essersi punto accavallati.

132. si conoscerà T ottenuta riposizlone al ru¬ more che fa r osso nel rimettersi a luogo , alla scomparsa del tumore ed al raddrizzamento della spina, oltre al miglioramento che sovente il malata sarà per risentire.

133. 11 Latta crede j che le lussazioni parziali delia spina si facciano in senso opposto a quello che si è indicato (128), cioè per eifetto di per¬ cosse 0 cadute dall’ alto colla schiena attraverso a qualche trave, o per esservi passato sopra un carro o altro corpo pesantissimo. Quindi mai , o quasi mai, secondo lui, la lussazione succede all’ infuori, cioè all’ indietro , ma quasi sempre all’ indentro , ossia in avanti , e per lo più con qualche incli¬ nazione da un lato o dall’ altro. E certamente non è da negarsi che anche per tali violente maniere possano smuoversi le ossa della spina nella contrarla guisa che il Latta pretende ; ma parlando dello slogamento de’ processi obliqui , pare doversi ritenere eh' esso si faccia nel modo di Petit sopraindicato ^ cioè nell’ atto di una eccessiva piegatura.

i34* Si dee dunque ammettersi che la spina può slogarsi In due modi opposti, cioè piegandosi forte¬ mente in avanti , ed allora si slogano più facilmente ì processi obliqui e fassì gobba all’ indietro : ovvero

70 Lussazioni di alcune oss^ della testa y

la spina soffre una forte piega all' indietro , ed In quella violenta e preternaturale altitudine cadono «opra stessi, e piutiosìo si avvirinano e s’ infran¬ gono i processi posteriori , nel mentre che tendono ad allontanarsi e disgiugnersi i corpi delle vertebre posti nella massima convessità di quella piega sof¬ ferta dalia spina ; ed in tal caso si fa [>iù facil¬ mente lo schiantamento e la rottura della spina medesima , ed in luogo di una gobba , rimane al- r indietro una marcata depressione.

135. La riduzione di questa slogatura, che dir si può anteriore , a differenza dell’ altra , a cui si compete la qualificazione di posteriore , si dovrà tentare colla estensione curvilinea delia spina , in¬ cominciata e continuata in direzione opposta a quella che si pratica nella lussazione anteriore : cioè nella posteriore di cui parliamo, converrà, secondo il principio generale di riduzione , che si è stabi¬ lito , incominciare a tirare la spina nel senso della piegatura da essa sofferta , cioè alzando e tirando primamente verso T indietro le due estremità della tspina , come si fa sulla fine della riduzione nella slogatura posteriore , Indi voltando le estensioni in opposta direzione , cioè premendo e tirando in avanti le stesse due estremità della spina , per ob- blì gare a sporgere alf Indietro la parte depressa , a cui si saranno sottoposti i guanciali , come nella riduzione dello slogamento anteriore. E se, nell' ob- fcllgare così la parte depressa della spina a rialzarsi air indietro , comparisse una porzione più rialzata e sporgente dell’ altra , si dovrà questa cercar di deprimere e fare che si riduca a livello dell* altra*

136. Ottenuta poscia la lìduzione , si teirà il inalato col tronco raddrizzato all’ Indietro , quando

e di guelle del tronco, Ji

la lussazione è stata posteriore ed Incurvato In a- vantl nell’ anteriore , cioè sempre in attitudine con¬ traria a quella che produsse T individua specie dello slogamento ; e si starà in attenzione se qualche nuova spostatura si faccia consecutivamente , coma talvolta succede ne’ movimenti dell’ ammalato , per tornarla a ridurre con mezzi più o meno forti , secondochè il nuovo smovimento siasi fatto compiu¬ to 0 incompiuto, siccome più sovente suole inter¬ venire.

187. Il citato Petit era di opinione, che nella lussazione de’ processi obliqui finissero questi a re¬ stare poggiati r uno sopra dell’ altro colle loro e- streraità, e che in questo supposto la spina dovesse restare molto piegata. Ma par troppo difficile che quelle punte o orli restino lungamente combaciati ,• senza che trascorrano 1’ uno sopra dell’ altro ; nei quale scivolamento l* apofisi superiore torna a scappare dietro l’ inferiore , la lussazione svanisce ^ non così se trascorre dinanzi.

188. Nel caso da me descritto (524) ed in qualche altro , le apofisi spinose non erano già Te¬ siate impegnate r una sopra l’orlo o apice dell’ al¬ tra , come voleva Petit , ma le superiori erano pas¬ sate dinanzi alle inferiori. Ed esaminando la spina dopo quel travalicamento , si vede ohe la piegatura non è molta , tornando essa a cedere coll' infossarsi r apofisi superiore dinanzi all’ inferiore. Può darsi che quel restare impegnata un’ apofisi sulla punta dell’ altra abbia luogo più facilmente nella lussa¬ zione di un sol lato, che allora potrebbe dirsi im¬ perfetta , non già per essere da un sol Iato , ma per non aver sorpassato un processo T orlo artico¬ lare dell’ altro. E in questo caso la riduzione sarà

72 Lussazioni di alcune ossa della testa,

più facile. Petit dichiari più difficile la riduzione di una sola apofìsi che di due ; ma questo non mi par vero. Nella lussazione da una sol parte si rac¬ colgono ivi con più successo tutte le forze per la riduzione , mentre se la lussazione è doppia , non si può talora che ridurre un processo per volta.

i39* Ciò che si dice sull’ articolazione de’ pro¬ cessi obliqui e loro lussazione nelle vertebre del collo , soffre qualche differenza nelle vertebre dor¬ sali e lombari , perchè la disposizione de’ loro pro¬ cessi è un po’ diversa da quella delle cervicali , ma non cangia l’essenziale della nostra dottrina.

140. Petit era pure d’ avviso che si slogassero più facilmente le vertebre lombari che le cervicali. Nelle grandi cadute sulla parte Inferiore del tronco sono le prime che soffrono maggiormente , ma nelle cadute sul capo e In molti altri incontri si slogano più sovente le vertebre del collo.

141. Sono due processi per vertebra che comu¬ nemente si slogano , ma se una vertebra si sposta interamente col suo corpo , allora succede la dls- glunzione di tutte quattro le apofisI ; il che è più raro , ed appartiene plnttosto alle rotture della spi¬ na che alle lussazioni.

142. Del resto per quanto ci slamo studiati di rischiarare e rettificare le Idee sopra di queste lussa¬ zioni , è da confessare che In pratica non sempre ìè possibile di formare una diagnosi cosi precisa da saper bene la spècie di lussazione, e quale sia II luogo da deprimere e il grado di stiratura che dar convenga per la riduzione. Perciò ne’ casi più oscuri, piuttosto che fare alla cieca operazioni rischiose © non abbastanza fondate , converrà attenerci a’ pre- sidj generali, ricordandoci che molte di queste

e di quelle del tronco. yE

lesioni Unirebbero tuttavia male per la già fatta le¬ sione dello spinai midollo , e quando questo non abbia grandemente patito, possono i malati guarire,} tuttoché si lasci persistere la lussazione ^ che pferò è sempre bene di togliere ogni volta che sia possi¬ bile. Petit fa menzione di un soldato che soprav¬ visse ad una vertebra lussata , senza essersi fatt» riposizione ( i20 e segu.).

143. Le lussazioni del coccige portando quasi sempre lo staccamento di esso dal sacro, e quindi r interruzione della primiera specie di continuiti tra queste due ossa , di cui uno non è che T ap¬ pendice deir altro , si risolvono press’ a poco nella medesima lesione , che si è trattata all’ articolo delle fratture di questa parte.

i44- pure identiche sono le lesioni ché Gonteinporaneamente può riportare lo spinai midollo in occasione di slogamento delle vertebre , come si disse succedere nelle fratture ; e perciò si ridur¬ ranno similmente tali lesioni alla scossa o commo¬ zione dello spinai midollo , alla contusione, distra» zione, puntura, lacerazione, rottura * compressione, travasamento , infiammazione j suppurazione ed in» trinseca disorganizzazione ; a* quali diversi sconcerti si rimedierà coinè si disse in proposito delle frat¬ ture , e in generale col trattamento antinfiammatorio a principio ed in fine eccitante.

I45é Lussazione delle coste, Buttet in una Me» morìa inserita tra quelle dell' Accademia di chi¬ rurgia di Parigi (a) , ha preteso di darne una po¬ sitiva osservazione. Egli riconosce possibllé sola-

(a) Tom»

^4 Lussazioni di alcune ossa della testa ,

mente la lussazione In avanti de’ capitoli delle co*» ste , cioè della loro estremità posteriore articolata «olle vertebre ; e fra queste pensa esserne suscetti¬ bili solamente le quattro o cinque ultime vere e le due o tre prime spurie ; più facilmente però le vere , per T appoggio che hanno allo sterno. Nega le lussazioni in alto e in basso , e quelle della sola tuberosità delle coste.

146. Per lussare le coste rlchiedesi un urto forte limitato ad una o poche coste , ed applicato molto all’ indietro , cioè non piu avanti del loro angolo.

r47* La diagnosi di questa lussazione è difficile , imperciocché la prominenza dell’ osso slogato si fa all' indentro , cioè verso la cavità dei petto , si ' può vedere infossamento all’ indietro per la gros¬ sezza de’ muscoli della spina e per le apofisi tra¬ sverse , che ajutano a nasconder le coste ; al che si aggiugne ghe la testa lussata suole dopo il col¬ po venir ricondotta verso la sua sede naturale per 1’ azione stessa de’ muscoli e la elasticità della co¬ sta , non facendovi punto di ostacolo il corpo delle vertebre. Vi resta però una preternaturale mobilità della costa slogata , che è un segno significante di lussazione ; oltre la quale si sente anche un sordo rumore nell’ atto che , tenendo le dita appoggiate posteriormente , si preme la parte anteriore delle coste, o quando il malato cerca di sollevare il tronco coir azione de* muscoli retti , ovvero nel tos¬ sire ; ne’ quali sperimenti sentesì muover la costa.

148. Per la riduzione e conservazione in sito della costa lussata , consiglia di applicare un ap¬ parecchio consistente in due compresse lunghe otto In dieci traversi di dito , larghe quattro , grosse due ; delle quali una si applica lungo 1' articola-

. e ài quelle del tr9iic9^,

Z!one anteriore deile coste lussate e delle vicine l’altra sulle apofìsi'' trasverse delle vertebre dal lato opposto , sostenute poi colla fasciatura , detta quadriga^ 149. Un uomo cadde a rovescio sulla ruota di una vettura , e gii sopravvenne febbre, tosse ed oppressione. SI trovò una contusione tra T angolo inferiore della scapola e la spina dal lato destro , con gonfiamento esteso a tutto il lato destro del petto e del dorso , ma senza enfisema : non si po¬ teva muovere pel dolore il braccio , il tron¬ co. Appoggiando la sinistra mano sulle vertebre dorsali e la destra sopra V estremità anteriore delle coste , si senti la sesta costa a muoversi , con un un crepito sensibile all’ orecchio ; ciò che fu ripe¬ tuto varie volte , e si credette perciò rotta la co-- sfa; onde vi si applicò 1’ apparecchio in conseguen¬ za ; ma questo fece anzi peggio , sicché il malato dovette levarselo. Avendolo poi l’autore visitato un altra volta ^ si sentì lo stesso rumore nel sollevare il tronco , ossia nello sforzo che V ammalato fece per alzarsi , siccome pure sotto la tosse. Allora Battei giudicò il male per una lussazione ed ap¬ plicò r apparecchio sopra descritto , con tanto efìTet" to che più non si fece sentire il suddetto movi¬ mento e crepito ; V ammalato ebbe pronto e grande sollievo , cominciò a muoversi e guarì in poco tempo, i5o. Sebbene però il Battei abbia creduto senza dubbio , che il caso da lui veduto fosse una lussa¬ zione ; la maggior parte dubitano ancora che la cosà fosse veramente tale ; e credon piuttosto che si trat¬ tasse di una frattura alla parte posteriore della costa. ( Chopart e Desault, Bottchei\ Boyer, ) I colpi , dicon essi, che si credon capaci di lassare F estre¬ mità posteriore delle coste , invece di produrre tal

Lussazioni di alcune ossei della testa ,

lussazione, sono piuttosto atti a romperle in vici-" nanza delle vertebre , e così produrre gli stessi fe¬ nomeni attribuiti alla supposta lussazione ed esi¬ genti altronde lo stesso trattamento. Bell per altro dice positivamente essere stata la lussazione dell© coste comprovata colla sezione anatomica, ma sen¬ za spiegare chi abbia fatta una tale osservazione , onde la cOsa resta ancora dubbiosa e meritevole d’essere da ulteriori indagini illustrata. Anche il Pareo ha parlato della lussazione de' capìtoli poste¬ riori delle coste j spinti innanzi o lateralmente (a) ^ il che aggiugnerebbe un maggior grado di c. edenza alle asserzioni Buttet , fino a che la cosa non venga posta fuori d’ogni dubbio colla dimostrazio¬ ne sul cadavere.

iSf. Io ho veduta una volta la lussazione della estremiti anteriore cartilaginosa una costa vera ^ la quale si era smossa dalla sua congiunzione collo sterno j faceva tumore all’ inrianzi , e premendola rientrava al suo posto con sensibile scroscio.

152. Vide Martin la lussazione delle cartilagini delle ultime tre coste vere , fattasi cadendo coi 4orso sopra una sedia, con gran rialzo delle me¬ desime, e guarigione in quattro settimane, mediantl compresse e fasciatura (b).

153. Finalmente il nostro Manzotti riferisce la storia di tre cartilagini delle coste vere, cioè della quarta, quinta e sesta, slogatesi in avanti e pro¬ minenti sullo Sterno. Li qual lussazione fu ridotta ponendo sotto il dorso de’ guanciali , che facendo

fa) Lib. i6. càp. io.

fb) Journ. de Mei* tom. y4» *780*

0 di quelle del tronca ^7

Inareare II tronco promossero il riadattamento delle coste. Guarigione in un mese (a).

154. I gravi colpi dati sulle ultime coste sono pure capaci di deprimerle fortemente contro la ca¬ vità deir ipocondrio , a segno di contundere ed an¬ che schiacciare e rompere il fegato o la mii^a. Tale depressione suol rialzarsi subito da sb stessa , ma talvolta rimane per tutta la vita ( Chopart e Desault^,

155. 11 Sabatier nella sua Anatomia accenna e crede possìbile la depressione dell’ appendice xifoìde, in conseguenza di un urto forte contro di essa : cosa che dee incomodare e contundere specialmente

10 stomaco.

156. Si legge nel Giornale gèn. di medicina di Parigi n.° io3 l’esempio di un giovane caduto coll’ epigastrio sopra una panca , che vi fece una violenta compressione. Sopravvenne dolor forte al o stomaco , gran difficoltà di respiro e vomito. Questi sìntomi duravano già da un mese con notabile de¬ cadimento. Vedevasi all’ epigastrio una leggera de¬ pressione , e si riconobbe col dito il rivolgimento in dentro dell’ appendice xifoìde. Billard fece una incisione crociale a’ tegumenti , e scoperta la linea bianca , fece un’ apertura penetrante nel ventre alla destra dell’ appendice ; mando sotto un uncino piatto ed ottuso , e con esso l’ alzò. Cedette tosto il vo¬ mito. Vi fu emorragia , che venne arrestata colla compressione. Si presentò una piccola porzione di stomaco che fu tenuta indietro ; e si ottenne la guarigione in trenta giorni. Forse sarebbe bastata una incisione longitudinale a lato della cartilagine per passarvi sotto un dito , 0 V uncino , sens’ aprire

11 peritoneo.

(3) Dissertazioni chirurgiche» Milano 1790. pag. jop.

78

CAPO XVIII.

Lussazioni delle ossa delle estremità superiori.

iSy. Ijussaùone della clavicola. Questa può accadere nella sua articolazione sternale e nella omerale. Ambedue queste lussazioni son rare.

158. Nelle lussazioni della estremità sternale della clavicola che sono più facili ad accadere , stante la sproporzione nella grossezza dell’ osso colla cavità articolare, e per essere quest' articolazione il centro di molti movimenti del braccio , 1' osso si sloga quasi sempre in avanti , ossia in fuori ; ma si ammette per possibile anche la lussazione all' in¬ dentro 0 all’ indietro , e quella in alto , portandosi la clavicola sul bordo superiore dello stei'no. Quella direttamente in basso è impedita dalla prima costa,

159. Le cadute sulla punta della spalla sono la cagione più ordinaria di questi slogamenti. Desaulù r ha veduto accadere per un colpo violento di gi¬ nocchio , dato nel mezzo del dorso , mentre le spalle erano portate in addietro. Un uomo portava nn gravissimo peso , sostenuto sulle spalle con del¬ le cinture che passavano da ciascun lato sotto 1' a- scella. Avendo voluto fermarsi alla metà del suo cammino , appoggiò su di un termine Isolato il suo fardello , che sdrucciolando indietro , strascinò seco le spalle , ed all’ istante , in cui fece uno sforzo per ritenerlo , la clavicola si lussò in addietro.

160. Riguardo poi alla specie lussazione, se una spinta o uno sforzo porta la spalla eccessiva¬ mente all’ Indietro , T estremità sternale della cla¬ vicola si porta in avanti , distende 0 rompe la parte

Lussazioni delle ossa ec»

79

anteriore della capsula , il legamento radiato corri¬ spondente e r estremità dello sterno—mastoideo, for¬ mando la lussazione anteiìore o esterna. Se la spalla- è spinta in avanti, cade lo sforzo sul legamento ra¬ diato posteriore e la porzione vicina della capsula;, fa la lussazione posteriore o interna della cla¬ vicola. Ne’ colpi o sforzi che fanno abbassare la punta della spalla, portandola nel tempo stesso in avanti , 1’ estremità sternale della clavicola preme contro la parte interna e superiore della capsula ,■ la rompe e si lussa in alto.

i6r. La diagnosi di queste lussazioni è facile^ perché oltre alla presunzione cavata dalla direzione delia violenza fatta alia spalla , nella lussazione esterna vi ha il tumore dell' osso sullo sterno, la depressione al luogo dell’ articolazione , la spalla portata più all’ indietro , meno elevata e ravvicinata al tronco più che nello stato naturale la difficoltà de' suoi movimenti in avanti, che forzati alquanto, diminuiscono il tumore formato dall’ estremità slo¬ gata ; il capo è costantemente inclinato dal lato della lussazione , diminuendosi con ciò lo stiramento ' del muscolo sterno-mastoideo. Nella lussazione su¬ periore osserva una eminenza sul bordo superiore dello sterno , la difficoltà di elevare la spalla , ed in ciò fare la diminuzione del tumore , la lonta¬ nanza dell’ osso dalla sua cavità , il ravvicinamento della spalla al petto , la sua depressione e la pro¬ minenza minore dell’ ordinario. La lussazione ìnternjt porta r infossamento più marcato alla parte ante¬ riore dell’articolazione, l’eminenza più anteriore della spalla . la difficoltà de’ movimenti all’ indietro, oltre agli accidenti che possono venirne dalia com¬ pressione della trachea e de’ vasi sariguìgni.

Lussazioni delle ossa

|tq

162. Per ottenere la riduzione di questi sloga¬ menti bisogna trarre in fuori la clavicola , e di piu dirigere le lorze estensive all’ innanzi nella prima , air indietro nella seconda , e nella terza in alto." Il metodo quindi più comune di spingere il ginoc¬ chio tra le spalle , e trarre queste all’ indietro , non soddisfa bene , secondo Desault , a tutte queste in¬ dicazioni , perchè non trae che all’ indietro e non abbastanza all’ infuori T estremità omerale della clavi¬ cola. Esso appena può servire per la lussazione interiore.

163. Desault sei'vivasl del braccio stesso a guisa' di una leva per fare le richieste estensioni sulla clavicola , come nelle fratture di quest’ osso , cioè mettendo il cuscinetto a conio sotto l’ ascella e premendovi contro 1’ omero , ne spingeva la testa , e con essa la clavicola in fuori , unitamente a queir altra direzione più adattata alla specie di lussazione ; e con ciò rimetteva l’ osso senz' altro partlcolar artificio di conformazione. Così p. e. nella lussazione esteriore della estremità sternale applicava la stessa fasciatura , come nella frattura della clavicola , colla quale sola diceva di fare la riduzione, e v' aggiugneva solo nello slogamento la precauzione di portare un poco in avanti e fissare in questa posizione la spalla e con essa 1’ estremità omerale della clavicola , affinchè la sternale diretta all’ indietro s’ allon|;anasse dal luogo , verso il quale essa tende a dirigersi naturalmente. Questa inclina¬ zione della spalla si ottiene col fissare il gomito sul cuscinetto un po’ più all' indietro colla fascia circo¬ lare. Di più in questa lussazione è vantaggioso di porre sull’ estremità lussata alcune compresse gra¬ duate , destinate a rispingerla in addietro ed in dentro, ed assoggettate con alcuni giri di fascia.

delle estremità superiori.

i

Qa6s?te compresse saranno poste superiormente nella lussazione in alto, e sarebbero inutili, se non dan* nose, nella lussazione inferiore. In questa poi la spalla sarà portata e fissata più all’ indietro e nella lussazione superiore più in alto.

164* Queste stesse altitudini date al braccio e rese permanenti colla fasciatura di Desault , hanno anche il vantaggio di mantenere la riduzione una volta fatta , più stabilmente degli altri apparecchi finora impiegati ; e tal vantaggio è tanto più valu¬ tabile , perchè questi slogamenti sono facilissimi a rinnovarsi dopo essere stati rìposii ; onde lo stesso apparecchio si dovrà ritenere fino alia riacqui|jata stabilità deli’ osso che suol richiedere, circa tre set¬ timane ; ed anche dopo tal tempo rimane un cert® incomodo all'articolazione, sicché la libertà dei movimenti non suol essere ristabilita , che a capo d’ uno o due mesi. SI avrà cura di rinnovare con gran diligenza la fasciatura , appena eh' essa ral¬ lenti , come pur troppo vi è soggetta , principal¬ mente per que’ tanti giri che debbono fare ; per cui anche quest’ apparecchio , altronde si bene im¬ maginato , non è sempre ne’ suoi effetti sicuro, e spesse volte vi resta ciò non ostante un qualche difetto inevitabile. Forse la fasciatura più soda , proposta da Boyer ^ su gli stessi principi di quella di Desault , potrebbe avere un* azione più certa ed efficace , se non che in quella fasciatura ab¬ biamo notato il difetto/ di esser meno sopporta¬ bile alla richiesta strettezza , perchè la forza di essa è concentrata su pochi punti ; onde io crede¬ rei che convenisse darle una maggior estensione , ed altresì aggiugnervi un pezzo comprendente il gomito , poi’ mettere a profitto tutta questa estre-

82

Lu ss azioni delle ossa

mìtli della leva del braccio ed avere più prcs-a in depilmerlo e fissarlo a quel punto che si vuole. Una manichetta di pelle leggermente imbottita e d' allacciarsi con una siringa , la qual manichetta comprendesse tutto V omero dal disotto dell’ ascella fino alla parte superiore dell’ antibraccio inclusiva- mente , con varie corregge da allacciarla intorno al petto , unirebbe per avventura la più diffusa azione deir apparecchio di Desoult , colla maggiore sta¬ bilita di quello di Boyer , tanto per uso delle frat¬ ture , che delle lussazioni.

165. Del resto queste lussazioni della estremità sternale della cla\Icola sono più rare di quello che forse si aspetterebbe considerando la superficialità deir articolazione cui però supplisce la forza , la quale manifesta anche quando essa si vuole di¬ sarticolare sul cadaveri , lo che presenta una certa difficoltà, onde quest’osso assai più facilmente e frequentemente si rompe, che dislogarsl , nelle molte violenze che gli vengono impresse , specialmente dalla parte della spalla. Io appena rìcordomi di pochi casi di lussazione anteriore o esterna, dame veduti , ne’ quali 1’ estremità della riavìcola era trascorsa un po’ In Lasso sulla faccia anteriore della sterno. Leder ne pure un esemplo. Tali lussa¬ zioni furon difficili a contenere e lasciarono 1’ osso un po’ più prominente in avanti , ma in allora non era conosciuto l’apparecchio di Desoult ^ o altro analogo. INel bel sesso egli è di particolare impor¬ tanza r adoperarsi per lo più esatto possibile con¬ tenimento dell’ osso , per non guastare la simmetria del petto e della gola.

166. Ho veduta in una fanciulla la semllussa- zione anteriore, o esterna, spontanea, fattasi in con-

delle estremità superiori, 83

segiienza di una lunga e forte- reumatalgia di tutta la spalla. Ne’ primi tempi potevasi F estremità della clavlcola sporgente deformemente per metà fuori della sua articolazione , deprimere colla pressione del pollice , e sarebbesi potuta contenere con adat- tata fasciatura ; ma essendosi questa trascurata , o non potuta sostenere a grado bastevole per lo do¬ lore della spalla , finì a fissarsi F osso per metà fuor di luogo , senza piu potersi far rientrare , re¬ standovi urta permanente grossezza che è fuori di simmetrìa coll’ altra articolazione. Un anno dopo , esacerbatosi di nuovo il dolore , torno a rendersi mobile F articolazione sternale della clavicola , e fessi maggiore la lussazione. Ed in questa occasio¬ ne ho potuto nuovamente vedere , che Desault ha esagerati veramente un po’ troppo i vantaggi del suo modo di trar in fuori la spalla col cuscinetto sotto dell’omero, e biasimata oltre il giusto la pra¬ tica antica di trarre in dietro le spalle , poiché in cambio a quest’ ultima maniera si riesciva meglio a riporre la lussazione che alF altra : cioè il me¬ todo piu facile di far andare a sito la clavicola era di trarre in dietro le spalle e innanzi il dorso , dopo di che una leggiera pressione sulla estremila ante¬ riore della clavicola la faceva scivolare nella sua articolazione ; e per contenerla in sito riusciva benissimo il continuare a tenere in dietro le spalle colia fasciatura stellata , la quale poi in fine ccn- vertivasì in una fasciatura a spica per contenere le compresse poste sulF articolazione , onde con un sol capo lungo di fascia descrivendosi la stellata e la spica s’ impiegavano insieme due forze , cioè quella di tener in dietro le spalle , e F altra di tenere r osso compresso entro la sua articolazione.

Lussazioni delle ossa

84

167. La nìedeslma rombinazlone della fasciatura stellala e della spica vidi ultiiuamente riuscir bene in qualche piccolo ragazzo per la frattura della clavicola , unendovi anche il sostegno della ciarpa. Tali ragazzi non vcglion soiTrlrsì il braccio im¬ prigionato alla maniera di Desault , e tanto fanno , che da un giorno all’ altro si trova tutto disfatto. E neppure può sperare da loro la giacitura ri¬ chiesta nei metodo di Flajani : onde io mi ridussi a racconciare la frattura , tutta volta che vedeala scomposta e prominente , col far trarre in dietro le spalle, indi aggiustare 1 frammenti colle dita, e fatti alcuni giri di stellata per tener in dietro le spalle , applicare qualche compressa ed un cartone esteso sopra tutta la clavicola , onde i girl della stellata non esercitino un azione particolare depri¬ mente sul pezzo posleilore della clavlcola , termi¬ nando poi la fasciatura con altri giri a spica per contenere il restante delle compresse co' suoi riem¬ pitivi, onde meglio assicurare la ricomposizione dei frammenti. Una tale fasciatura sta molto meglio a sito , e fa bastantemente il suo effetto.

168. Anche ne’ ragazzi rachitici si fa non di rado prominente V estremità anteriore della clavicola per r ingrossamento della epifisi, che non può essere piu contenuta dentro I limiti deli’ articolazione.

169. L’estremità omerale della clavicola si slo¬ ga ancor più di rado , e la lussazione è per lo più in alto, sfuggendo la clavicola al disopra dell’a- cromìo. Pedt aveva ammessa anche la lussazione inferiore, cioè al disotto dell’ acrr^mio , la quale sebbene sembri impedita dall’ apofisi C('raroide sot¬ toposta , pure sono presentati anche a VesauU de’ fatti che ne dimosliano la possibilità.

delle estremità superiori, 85

lyo. La lussazione air insù della estremità ome¬ rale della clavicola , che è la più accertata , suol farsi In conseguenza di cadute , o altre violenze , suir apice della spalla, e si conosce per una pro¬ minenza preternaturale sopra V acromio , unita alla direzione delia spalla tirata in dentro ed in basso, ed ai dolori alla parte. Questa lussazione è stata talvolta presa per lo slogamento dell’ omero , attesa la maggiore acutezza della spalla ; ma la continuità di quella prominenza colla clavlcola, non colla spi¬ na della scapola ; la mancanza di cavità al vero sito deir articolazione I deir omero e il non sentirsi la testa di questo fuori luogo sotto l^ascella , debbon bastare a premunir dallo sbaglio (a).

171* A ridurre questa lussazione dee valere Io stesso metodo di Desault per le altre lussazioni e fratture della clavicola, perchè portando con èsso in fuori la testa dell’ omero e insieme 1’ acromìo , questo si ristabilisce nel suo contatto naturale colla superficie corrispondente della clavlcola ; e per ri¬ tenere In sito la lussazione una volta riposta, visi agglugne la corrispondente fasciatura dello stesso Desault con alcune compresse e varj giri di fascia che tendano più particolarmente a tener abbassata la clavlccja.

172. La poca stabilità delle fasce però non rie¬ sce sempre a ritener le ossa a livello, onde spessa volte vi rimane una leggiera prominenza della cla¬ vlcola ; il che per altro non impedisce che colla fasciatura ceda il dolore in pochi giorni, ed ì ma¬ lati riacquistino i movimenti come prima , senza

<») V, Ippocrate, Db art» , e Galena ne’ Commenti al c adenanat

86

Lussazioni delle ossa

restare storpiati, come preteso aveva Pareo ^ contro la piu veritiera osservaiione d* ìppocrate , coofer- mata da Sabatier. Ebbi anth’ io a vedere una per¬ sona cbe aveva riportata già da alcuni anni una simile lussazione , ed a cui era rimasa più alta r estremità della clavicola , e tuttavia non le reca'* va il menomo diTetto nell’ uso del braccio.

lyS. Rimane ancora qualche dubbio se la lus¬ sazione delia clavicola di CciUno fosse la superiore o la Inferiore. Pareo ^ Listerò e Léoeiìlé inclinarono a supporla passata sotto 1’ acromlo ; Sabatier al con¬ trario. Comunque siasi , nella prima supposizione l’acutezza della spalla verrebbe dall’ acromio restata Isolato, e nel secondo dalla stessa clavicola.

174. In quanto alla cura gli antichi non ado¬ peravano che un apparecchio comprimente ; il che veramente appoggerebbe di più l’ opinione che si trattasse di lussazione posteriore superiore della cla¬ vicola , perchè se l’acutezza era Fatta dall’ acromio, questo non sarebbe cosi suscettibile di depressione. Ma colla sola compressione si stentava a curare per¬ fettamente questa lussazione , e altronde si doveva farla forte , che al dire Galeno stesso , che fu curato in egual modo , altri non 1’ avevano po¬ tuta sopportare ; e però si dee considerare siccome un’utile addizione de’ nostri tempi l’estensione con¬ tinuata colla indicata fasciatura di Desault : o pure la comhinazicne della stellala colla spica, che si ^ di sopra lodata.

lyS. Lussazione dell* omero. Questa è la più frequente di tutte, e può farsi in basso, in avanti ed air indietro. L’ opinione generale , appoggiata alla struttura delle parti, si è che la lussszime direttamente in alto sia impossilìle , stante che la

delle estremità superiori. 87

presenza dell' acromio e del processo ooracorde , pajono dovervi fare un assoluto impedimento; pura Desault si era incontrato in un cadavere , in cui la testa dell’ omero anticamente slogata si era portata in alto, dietro la clavicola, ove aveva formata una nuova cavità : probabilmente però quello era uno slogamento consecutivo , cio^ la testa dei- r osso sarà uscita a princìpio per una delle piò solite seni delle lussazioni , e sarà di poi scivolata più in alto.

176. Nella lussazione inferiore la testa dell’ 0- mero si porta sotto l’ orlo inferiore della cavità glenoidea , o contro la parte inferiore del collo , e la piu vicina del bordo inferiore della scapola tra il tendine del grande anconeo * ossia lunga por¬ zione del tricipite brachiale ed il sotloscapolare. Petit osserva che tal lussazione difficilmente s in¬ contra strettamente e direttamente inferiore , essen¬ do difficilissimo che il capo dell’ osso resti lunga¬ mente sulla costa inferiore deU’omopIata che non gli presenta superfìcie bastevole per aver un appog¬ gio fisso, onde la testa dell’omero rivolta al minimo movimento ali’ indentro o all’ infuori , o piuttosto In avanti o indietro , ma per lo piò al- r indentro , ossia in avanti ; ciò che è molto con¬ forme alla pratica osservazione ; e lo stesso Boyer nota che nella lussazione inferiore la testa deli’ o- mero suole inclinare un poco internamente , ossia anteriormente. 11 maggior numero di lussazioni si fa all’ ingiù, ed anche le altre lussazioni sono state di spesso primitivamente in basso. Le cadute sul braccio portato innanzi per ripararsi dal colpo , ed obbligato perciò ad alzarsi molto e scostarsi vio¬ lentemente dal petto col gomito , fanno abbassare

88

Lussa?ÀQni delle ossA

verso l’ascella la testa dell’ omero che sForza ó rompe la capsula , e si sloga per tal modo inferior¬ mente; a produrre ii qual effetto si aggìugne ra¬ zione violenta del gran peitoralej dorsale e rotondo che tirano in Lasso Ja parte superiore dell’ omero , nél mentre rhe 1’ azione dei muscolo deltoide, seb¬ bene antagonista , favorisce questo abbassamento delia testa, col rialzare la parte inferiore deli’ omero medesimo. Anzi si è veduto i' a;ncne sola del dei- Ioide coir alzamento del braccio averne fatta la lussazione all’ ingiù , siccome avvenne a quel no¬ taio , cbè soPevahdo un registro , fecesi una lussa¬ zione in basso (àj.

177. Nella lussazione immediatamente anteriore la testa dell’ omero si porta fuori del margine an¬ teriore delia cavità glenoide , venendo a trovarsi sotto il gran pettorale , secondo Petit , Bell e molti altri ; ma il Boyer fa riflettere che al lato Internoj, ossia anteriore dell’osso slogato vi è sempre II mu¬ scolo sottoscapolare , onde la testa propriamente si trova tra il detto muscolo e la fossa sotloscapolare. Credo che in questo caso la tesi a si volga verso la scapola , e sentasi sotto il pettorale la parte op¬ posta di essa , che porta le tuberosità , e in questo caso r antibraccio e la mano dovrebbero trovarsi rivolti verso la pronazione. Qualche volta poi dalle vicinanze del margine interno dell’ articolazione la testa scivola più in su , fino al disotto della cla¬ vicola tra essa e T apofisi coracoide : ovvero vien tratta da’ muscoli più addentro nella fossa sottosca¬ polare tra la scapola ed il muscolo sottcscapolare.

ia; JDesaulU Opere toffi. i

delie estremità

arion.

Questo innicchiamento profondo del capo dell’ mero sotto la scapola può arrivare a segno da vestire 1 caratteri d' una lussazione particolare ^ non avvertita finora che da White , il quale riferisce il caso di una lussazione dell' omero , la di cui resta era passata sotto la scapola , ond' essa era spinta un poco In fuori , ed il braccio tutto serrato stret¬ tamente contro II corpo. A. Bonn (a) da l' esempio di una lussazione posteriore , dove il capo dell’ mero era poggiato colla sua testa dietro II sotto- scapolare ; onde si vede che l’ omero oltre la slogatura semplice In basso e quella in avanti, e la superiore consecutiva può slogarsi all’ Indietro in due modi , cioè passando sulla faccia esterna della scapola e collocandosi nella cavità sottospinosa ^ ovvero trascorrendo sotto la scapola tra la faccia interna concava quest' osso ed il muscolo sotto¬ scapolare. DI più SI ha ragione di aggìugnere la lussazione interna , che è quando la testa dell’ o- mero in vece di tenersi direttamente sotto la cavità glenoide, o di trascorrere all' innanzi o all’ Indie¬ tro , s’ Innicchìa internamente tra 1' angolo anteriore della scapola e le coste ; e probabilmente ancora SI danno altre lussazioni intermedie alle di già de¬ scrìtte.

178. Abbiamo esempj della or detta lussazione interna portata a tal grado da sfondare la testa dell’ omero entro la cavità del torace. Larrey trovò la testa dell' omero insinuata tra la seconda e terza costa, fino a sporgere tutta Intera nella cavità del petto per una lussazione fatta cadendo sul gomito a

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(9) Veserìptio 7'hesatrì ossium dé.

Lussazioni didle ossa

90

inano distesa. La testa dell’ omero aveva perduta tutta la cartilagine e quasi tutta la sua sostanza ossea (a}. E’ da stupire come l’ uomo sopravvivesse a tanta lesione; ma ancora piu meraviglioso si ò il caso di un altr’ uomo , cui si slogò l’ omero per egual modo , con frattura della tersa costa , e pe¬ netrazione parimente della testa dell’ omero n^dla cavità del torace che tuttavia guarì a segno da ri¬ pigliare gravi lavori colle braccia ; ed essendo morto dopo non so quanto tempo , gli si trovò an¬ cora conficcata nel pe>to la detta testa dell' omero, resa tenera e quasi vota di dentro (b). Finalrneuite io ho pur veduta una lussazione dell’ omero, fattasi a poco a poco , ove que^t’ osso aveva fatto un mezzo giro , di modo che tutto il braccio tro¬ vava voltato a segno che ì’ olecrano eia anteriore , e r antibraccio aveva la piega tutta all’ indietro , onde plegavasl interamente verso il dorso e non in avanti.

179. La lussazione anteriore dell’omero oèuna conversione consecutiva della lussazione inferiore in anteriore per essere scivolata in avanti la testa^slo- gafa prima in basso : o si fa primitivi in avanti , all’ occasione di una caduta col gomito alzato e insieme rivolto all’ in lieto, ciò che unito alla contrazione de’ muscoli , fa sortì^e la testa dell’ osso per la parte Infe iore ed interna d.dla cavità, d’ onde viene poi tratta consecutivamente più da lontano per 1’ azione stessa de' muscoli , o pé’suc- ccssivl movimenti impressi alla parte lussata La lus¬

sai IMémoìres d? chirurg. mìlìt, toni. 2.

(h) Proohaska* Dls(julsitio anat- phjsioL ergaitìsnti Ct €lù<^ VknncB 18 i 2.

delle estremità superiori, g i

&àzione anteriore primitiva è stata dimostrata da Desault coil* aver trovata dopo morte l’ apertura della capsula anteriormente e non Inferiormente.

i8o. Nella lussazione posteriore il capo dell’o¬ mero si porterebbe nella cavità sottospinosa della Scapola tra essa ed il muscolo sottosplnoso. Desault mettono In dubbio se veramente tal lussa¬ zione sia stata osservata é descritta ne* libri dell’ arte. Ma il Latta dice esservi esempi anche di questa lussazione , e veramente uno se ne trova nelle let¬ tere di Kirkland ^ di lussazione posteriore da lui medesimo veduta e riposta con metodo a questa lìdattato. Essa è per altro estremamente rara, per¬ che non potendo farsi che nella posizione del cu« bito portato innanzi , 1’ omero viene in tal positura trattenuto dal petto , onde non possa slanciarsi ir» attitudini sconce ed eccessive.

i8f. Quando Tornerò è slogato alT Ingiii , si vede e si sente un vacuo al sito dell’ articolazione al disotto delTacromlo : questo fa da solo uno spor- gimento più marcato ed acuto per la mancanza della rotondità sottoposta della estremità superiore delT omero , che nello stato naturale in parte T a- sconde : si sente la testa delT omero nel cavo dei- r ascella , il cubito è scostato uri poco dal petlp e resiste al volerlo avvicinare e discende più basso, onde il braccio resta più lungo. Boyer aggiugne ^ che dalla metà delT omero in su non si sente più r òsso ; ed il Latta fa osservare come la tensione del deltoide al braccio slogato un’ apparenza di curvatura ; oltre a’ dolori ed alla quasi impossibi¬ lità de’ movimenti , cosi in questa come nelle altre lussazioni. Che se qualche movimento fa il braccio, 31 muove Insieme la spalla , siccome osserva Desault^

Lussazioni delle ossa

92

il malato s* melina dal Iato della lussazione , tiene r antibrarclo mezzo piegato , ed II cubito appog¬ giato sul fianco.

182. Se la lussazione e in avanti , Il cubito h portato air indietro , e volendo portarlo innanzi prò» vasi resistenza e dolore ; si sente la prominenza del capo deir omero anteriormente alla spalla, clo^ sotto il gran pettorale : V acutezza dell’ acromio ed il voto al disotto sono un po’ minori , che nella lus¬ sazione inferiore; e la lunghezza del braccio sarà eguale o minore , secondoche il capo dell’ osso sarà rimasto a livello della cavità^ 0 trascorso più in su verso la clavicola.

183. Nella lussazione posteriore il capo dell’ osso dovrebbe far tumore sotto la spina della scapola , il cubito esser rivolto in avanti , e , secondo Desault^ la lunghezza del braccio un po’ aumentata.

584. La lussazione dell’ omero è stata qualche volta confusa con quella della estremità omerale della clavicola colla frattura dell’ acromio ^ e spe¬ cialmente con quella del collo dell’ omero; ma i caratteri proprj di ciascheduna di queste lesioni debbon bastare a farle distinguere, Tutiavia è sem¬ pre bene Io star in prevenzione sulla possibilità di un -errore. Già Ippocrate (a) avvertì una certa pro¬ minenza della testa dell’ omero in avanti , che è naturale. B. Genga parla di una inclinazione del- r omero all’ indietro , con isporgimento un po’ ac¬ cresciuto della sua testa in avanti , simulante lus¬ sazione (b). Ne’ quali casi dubbj , oltre ad un pa¬ ragone ben fatto di una spalla coll’ altra , si av-

<a) De y^riiciilìx.

Anatomia chirurgica cap.

delle estremità superiori, \ g3

vertirà soprattutto , come fece Galeno , di toccare se ncir ascella vi sia la testa dell' omero, ove puossì agevolmente sentirla nel caso di lussazione.

185. Gli accidenti più ordinar) della lussazione deir omero sono il dolore , la gonfiezza d’ ecchi¬ mosi , o d’ Inilammazione , come nelle altre lussa¬ zioni , e che prontamente svaniscono dopo la rIpo*< slzlone. Qualche volta rimane un edema ostinato nel membro , principalmente quando siasi tardato a riporre lo slogamento ; ed II rimedio più efficace per questo si è la fasciatura compressiva, imbevuta, occorrendo, di spirito di vino, acqua di calce , vino aromatico ec.

186. Desault ha veduto più volte le lussazioni del braccio , specialmente anteriori , accompagnate da paralisi per commozione fatta dal colpo , o per la compressione fatta dalla testa deli' osso sopra li plesso brachiale. Boyer l'ha veduta limitata al del¬ toide per essere stato offeso il solo nervo clrcon- desso. Se la commozione , o pressione è stata bre¬ ve e non eccessiva , la paralisi svanisce da In seguito alla riduzione , o pure cede a' mezzi cura¬ tivi. Qualche volta |?erò rimane Incurabile per es¬ sere stato disorganizzato il nervo dalia commozione o contusione , o portato altrimenii ad uno stato morboso nella sua Intima tessitura , in grazia delia compressione lasciata sussistere troppo lungamente, do ho anche osservato che tal conseguenza è più sovente indelebile , se dessa succeda In persone attempate. 1 presld) più efficaci In questo caso, dopo l'uso degli ammollienti ( P. T. c. 9')» sono le unzioni di linimento volatile forte fino ad «alzare vesciche, i varj rubefacìentl , la orticazione, le fre"? gagioni, r elettricità , ì vescicatoirj , la moxa appU'»,

Lussazloìii d(}lle ossa

cala al di sopra della clavicola , v^rso l’ oirgine del plesso brachiale.

187. Qualora la riduzione siasi resa Impcssiblle, Il che succede principalmente se s intraprenda trop¬ po tardi, 0 con metodo non buono, si riacquista tuttavia un sufficiente inovimanto del braccio, fuori di quello di portar la rnano sulla tes*a. Si è in oltre osservato dalla posizione rimasa viziosa del braccio avvenirne , specialmente ne* giovani , altri difetti consecutivi, come sarebbe l’ incurvamento maggiore della clavicola , V avvicinamento della sommità della spalla allo sterno , e lo scostamento maggiore della scapola dalle coste (a).

188. La riduzione, specialmente delia lussazione inferiore dell’ omero , che sia recente , si fa alle 'folte con facilità (b). Desault ottenne più volte la l'iduzione , facendo sedere il malato sopra una se¬ dia , e mettendo la sua mano fra le ginocchia per trarla con esse in giu, e se occorreva, un po’ in¬ dietro. Un assistente riteneva il tronco , o anche il solo peso del corpo , e lo sforzo del malato bastavano qualche 'volta per la contraestensìone ; ed il chirurgo stesso applicando ambe le mani colle quattro dita di ciascheduna setto V ascella ed i pollici dal Iato opposto portava in alto o In fuori la testa dell’ osso che rientrava In cavità. Qualche volta ancora ridusse la lussazione ponendo sottq r ascella la mano sinistra per punto d'appoggio, mentre colla destra applicata sulla parte inferiore

(a) Bernsteìn. Pracht. Tlanibu-ch fùr ÌVuniarzU,

(b) Tlecenies itacfue luxaiiones citius incìdunt , cfu^m qiàs pit¬ tare possiti et priusquam estUntee esse videantur. Hippocr» De Artkulis»

delle estremità superioru

e(3 esterna (^el braccio ra\vl^ ìnava V omero al tron~ co , spingendolo in alto coll’ altra mano. Anche \\ Latta nelle lussa/Joni più facili fere più volte 1^ rlposblóne prendendo il braccio, col,!’ antibraccio piegato un po’^ al disopra del gomito , , mentre un assistente tìen ferma la spalla all’ innanzi ed aH’in- dietro. Così estendeva il braccio , e quando erasi smosso il capo lo portava dirimpetto all’ articola- 2Ìone , in cui entrava da se medesimo Ben. Bell h più volte riuscito a fare la riduzione da solo , facendo con una mano nna moderata estensione de! braccio , mentre coll’ altra rlspingeva indietro la scapola. A Rossi bastò in certe lussazioni dell' o- mero l’avvicinarlo al petto e spinger in su il gomitp. Bisogna però, affinchè questo riesca, che il capo dell’ omero non sia molto incastrato sotto 1’ orlo della cavità glenoidea , perchè allora questo con¬ trasterebbe al di lui avvicinamento totale al petto , ed a portarlo in alto verso 1’ articolazìcne. A’ quali metodi di riduzione fatta da una sola persona sen¬ za altri mezzi , i quali giova conoscere pel caso di potersi talvolta trovar soli e senz’ ajutl in questi infortuni , onde tentarne al momento il rimedio, si può aggiugnere la pratlra antica di mettere uu calcagno nell’ ascella e tirare colle mani su quella dell' infermo ; o il portare 1’ ascella lussata sulla punta della spalla di un nomo robusto , il quale tenga colle mani per davanti il braccio dell’ infer¬ mo , nel tempo che ne alza da terra colla sua spalla tutto il corpo : o il collocare il malato col- F ascella sull’ orlo di una porta, o sui traverso di una scala a mano , lenendo saldo con una mano il braccio , nel menti e che si abbandona il corpo pendente col proprio peso dall’ altra parte»

qG Lussazioni delle ossa

189. Nella maggior parte de’ casi però si rlcerc^^ una forza maggiore e più metodica, applicando nei cavo deli’ ascella un globo cenci , o un sacchetto di puila d’avena, grosso a segno da riempiere quei cavo e sporger fuori in modo che il laccio da fare la controestensione non comprima 1 tendini del gran pettorale , dorsale e rotondo. Il laccio si fa d' un Idrte pannoiino addoppialo alcune volte per lo lun¬ go alla larghezza quattro dita trasverse; e di questo si applica il mezzo sul globo soU’ascellare ; indi i capì si portano obliquamente verso la spalla opposta e si fanno tenere a più assistenti. Un altro laccio un po’ più stretto si applica alla sommità della spalla lussata , e se ne portano I capi obli¬ quamente dinanzi e di dietro al petto consegnan¬ done poi le estremità a due assistenti all’ altro lato del tronco. Un altro assistente comprime in basso J’ acromio e tiene a sito il secondo laccio. Tutto questo per la contraestensìone. L’ oggetto della doppia contraestensìone che abbiamo accennata, cioè una in direzione press’ a poco orizzontale, e l’altra obliqua d’ alto in basso , si è di oppoisi ad una certa maniera composta , onde I malati cedono alle estensioni: una cos’avvicinarsi direttamente più che possono alle forze traenti per iscansarne l’ Incomoda azione , e 1’ altra alzarsi dal luogo ove sono còllocati quando sono posti a sedere bassamente, e loro viene tirato il braccio obliquamente al piàn- GÌpio di basso in alto , come si dirà in appresso.

190. Una circostanza però, che ha la piu gran¬ de influenza nel buon esito della operazione , si è di fare che la controestensione , almeno diretta , sia assicurata ad un punto assolai amcnie fisso, come sarebbe ad uq anello nel muro , ad una colonna ,

delle estremità superiori.

Q €Osa smirle , principalmente ne’ casi piu ardui , perche i soli assistenti contraestensori cedono sem¬ pre più o meno alia forza attraente, e ne rendon anlnore , non ben calcolabile e movente inefficace r azione.

igi. L’ estensione eseguisce facendo altacpa^e due o tre assistenti colie mani al carpo ed airan- tìbra' cio , e se ocqon e , anche a' condili dell’ ome¬ ro : ovvero ad una salvietta ripiegata diagonalmen¬ te , attorniata sopra del carpo ; e questi cominciano, secondo Desault ed altri , a tirare lentamente e gradatameqte nella stessa direzione , in cui si trova il braccio slogato. 11 malato suol collocarsi seduto; il chirurgo sta alla parte esterna del braccio slo¬ gato , mettendo le dita sotto l’ascella, e, quando sente smosso il capo dell’ osso , io spinge verso la cavità colle due mani poste alla parte superiore interna dello stesso braccio , facendo insieme ap¬ poggiare il gomito contro il suo petto , onde ope¬ rare come sopra d’ un vette di terzo genere. Al momento che il chirurgo crede di operare colle sue mani , dee ordinare agli assistenti che voltino il braccio nella sua direzione naturale, ma senza ces¬ sare dalle estensioni; altrimenti T azione de’ muscoli ricondurrebbe 1’ osso nello stesso sito da dove fu smosso.

192. In caso una resistenza ancora maggiore si accresce il numero degli assistenti , si colloca r infermo sopra una tavola ferma e solida , o sopra' analogo Ietto, in vece di tenerlo seduto, perche in questa positura deli’ ammalato gli assistenti pos¬ sono più facilmente cangiare la direzione del brac¬ cio sotto le estensioni ; e altronde si è osservato , che quando il malato ha modo di appoggiarsi ^ si

M^nteg, Voi, V,

Lussazioni delle oss^

irrigidisce e fa sforzi maggiori , presentammo un^ maggior resistenza alle forze che s’ impiegano per la riduzione. In oltre s impiegano i debilitanti , si ripetono e variano ì tentativi, si sostletiO più a lungo una moderata estensione per istancare i mu¬ scoli , e jicorre ancora alle macchine , singolar¬ mente al polispasto , il quale per la sua forza di agire sarà forse meglio appìlcarlo al braccio al di¬ sopra del gomito. Egli è vero che anche Ildano (a) usò applicare i lacci col polispasto al disopra del carpo ( non al carpo stesso , come dicono i mo¬ derni) contro il divieto Pareo; dubito però che dovendosi fare una gran forza , i lacci scivoleranno giù dalle prominenze non tanto sporgenti delle apo- iisl stiloìdi dell’ulna e raggio, e cadranno adagi- re sulla fine del carpo o sul principio del meta¬ carpo , le quali parti non so bene se sostener po¬ tranno senza perìcolo o danno una troppo rilevante violenza , quale è quella che abbisogna per ridurre una diflhcile lussazione deil’ omero. Contuttociò si rimette la scelta dell’ una o dell’ altra maniera alla prudenza ed al discernimento del pratico cblrHrgo , che sovente è costretto di variare i suoi tentativi , anche fuori de’ lìmiti che gli prescrivono le scuole. Fra noi si usa applicare i lacci ai disopra de’ con¬ dili deir omero.

iCj3. usavano in passato molte altre marchine , incominciando dalla Panca e dsìV Ambi d'Ippocrate^ variamente mt dlhcata hno alla macchina di Petit ^ la quale pur conta assai successi a favor ^suo (b) ,

(a) Ci-nfnrra o7>t, 85.

Penevoh . Nannoni, Verloni, e tanti altri fra gl’ italiani ne fecerp uso leike,

d^lle estremità superiori.

eri anche tra i più moderni si trova commendata quella di Frt'cife, delineata in Bell (a), la quale è pure una modirica/Zione e xnìglioTamento dell' Ambi d' Ippocrate’ e nel Giornale chirurgico di Loder iom. 3 fase. 2 se ne trova descritta e delineata lina Mennel , ricorretta poscia nei terzo oocicolo (la Schneider , e nel tom. 4 f^sc. 1 si legge che Schmidt a Dresda 1’ adattò ancora alle lussazioni della coscia. Ma la chirargia odierna è in gran parte ricreduta dall’ accordare molta opinione a queste macchine in genere, accostandosi con Ei- stero (b) al pensamento del Gouejo , che riputavale inutili tutte.

194. L’ azione di tutti i metodi e tutte le macchine inservienti all’ oggetto della riduzione , si riduce , secondo Desault , a tre punti. Negli uni non fassi che l’ estensione , in altri non viene che spinto r osso verso la sua cavita , e in altri final¬ mente si combina un’ azione coll’ altra. Di piu nelle macchine più composte vi combina anche la contraestensione, tutto insieme formando una com¬ plicazione di mezzi più duri , meno pieghevoli al- r uopo e più pericolosi nell’ eifetto.

195, L’impulso deir osso verso la sua cavità, senz’avorio prima disimpegnato colle estensioni, ol¬ ire al dover essere sovente frustraneo , fa una vio¬ lenza alle partì che può riuscire molto dannosa. L’ Ambi d’ Ippocrate , il qual non agiva che a questa maniera , cioè spìngendo la testa dell’ omero direttamente in su da una parte , e dall’ altra ab¬ bassandone r estremità inferiore , non può servire

(a) Tav. 78-

0) Instìt- chir. I?br 5. cop. 7.

lOO

Lussazioni delle ossa

die appena per la lussazione inferiore , la quale come nota giustamente T Estero , non h che rado precisamente tale. Altronde 1’ ostacolo , che può incontrare la testa dell' omero contro V orlo della cavità glenoidea, può esporlo ad una perico¬ losa violenza, senza essere sempre superato, tanto più se per mancanza di attenzione si faccia cadere la forza impellente piuttosto sul collo che sulla te¬ sta deir omero, ond’ è avvenuto che in vece della riduzione finisse a frangersi il collo di esso (a). Lo stesso vide accadere in un caso La Motte col metodo della scala , per essere stato applicato lo scalino non alla testa, ma al collo dell' omero , onde r uomo rimase storpiato (b)«

196. La combinazione dell’estensione coU’ im¬ pulsione offre veramente qualche cosa di più per¬ fetto , se non che due azioni unite in una sola marchlna s impacciano facilmente e sono men libere nell’ applicazione , talvolta si contrastano un poco l’una coir altra , e non si può facilmente accrescer r una o scemar l’ altra , secondo il bisogno , ma d' ordinario vanno di pari passo, a rischio fhe r una continui ad agire superfluanipnle , o questa Operi prima che sia sufficiente 1’ effetto quella ; e in fine sara sempre meno dolce , meno metodica e precisa cosa V affidare 1’ operazione tutta ad una macchina , senza nulla quasi lasciare alla intelli- genie direzione e cooperazione del chirurgo.

197. Poste le quali cose, il meglio ^ forse di rìteneie in chirurgia una sola macchina trattoria, qual è li polispasto , da impiegarsi all' occorrenza

(a) Ttnssì Chhurg. overji» (bj Obs‘

lOt

delle estremità superióri

die colle mani , o co' semplici lacci non siasi po¬ tuto riuscire, e separatamente da essa impiegare gli opportuni mezzi di contraestenslone e d' impul¬ sione. Anzi sovente bastando le estensioni e con- traestensloni , senza dare alcuna spinta all' osso , la complicata azione delle altre macchine sarebbe In questi casi per lo meno superflua. E quando pure si richiede l' impulso , difficilmente la macchina più Compliòaia può prestarsi a quella precisione di tem*- po e varietà di modi , che i casi individuali ri¬ chiedono. Nella prima Raccolta delle osservazioni medico-chirurgiche di Mursinna , scritte in tedesco, si la riduzione una lussazione anteriore

deir omero da otto settimane , per mezzo del poli¬ spasto , oltre tanti altri esempj comprovanti T uso di questa macchina.

198. Le stesse estensioni sono per T ordinario quelle che riconducono nelle lussazioni consecu¬ tive la testa dall’osso al sito primitivo, ove uscì ' dalla capsula , cioè la lussazione p. e. interna si, vede cangiarsi nell' infei lore , e rimontare in fine nella cavità. L’ impulso che può dare il chirurgo alla testa dell' osso , richiederebbe la cognizione del sito , ove si ruppe la capsula , che difficilmente si ha , e spesse volte non comprende la via per¬ corsa dair osso nella lussazione consecutiva , che osservando V inversa traccia da lui descritta nel rientrarvi. Le estensioni ben dirette rendendo a’ mu¬ scoli la loro primiera e giusta direzione , tendono per a ricondurre la testa dell’ osso entro la capsula. Ma se vengono Indebitamente eseguite , la testa deir osso sarà portata verso un altro punto della capsula ed I muscoli non saranno resi alla loro direzione naturale che li mette in istato di

102

Lussazioni delle ossa

operare la riduzione. Solo nel caso che la testa dell’osso provi tuttavia (iifficultà a rientrare, con¬ viene spingerla verso la cavità , cioè in alto nella lussazione inferiore ; in dietro , o in avanti , nella lussazione anteriore o posteriore. E converrà altresì variare la direzione delie estensioni per incontrare la giusta,

199, Galeno (a) diceva di aver vedute cinque volte la lussazione anteriore dell’ omero , e in due di queste supponeva che Ja lussazione fosse stala in basso , indi V avessero altri cangiata in anteriore

'^co* mali modi di riduzione , ed ebbe cura di ridurre Posso air ascella prima di riportarlo in cavità. Non so cosa pensasse delle altre tre. Intanto per quelle due la sua regola era giustissima. Palèo (h)^ vide , a quel che pare , una sol volta la lussazio^ ne anteriore , e il precetto contrario di guar¬ darsi che la testa dell’ omero non vada all’ ascella. Questo suo insegnamento è adattato soltanto alle lussazioni anteriori primitive. Il diificlle si è di co¬ noscerne la specie , e solo qualche lume ci può dare P altitudine risaputa del braccio all’ atto della slogatura ; ma il più sovente non la possiamo sa¬ pere di certo , e in questo dubbio par meglio che i muscoli tirino da se P osso duranti le estensioni ^ senza dargli alcun impulso , innanzi che siasi avvi¬ cinato all’ articolazione , e questo è un altro van¬ taggio risultante dal separare interamente le forze estensive dalle impulsive.

200. Alle volte la testa portata dlrlmpeito^alP apertura delia capsula non vi può tuttavia rientra-

(.1) Commenta in TJh^ Hippocrat, de Arile, {.b; Lib. 16. cap. 22,

delle estremità superiori Io3

re, a motivo che quella è troppo stretta. In questa caso pare alla prima che l’osso rientri in cavità, ma non si sente alcun rumore , e desistendo dalle estensioni torna subito a slogarsi. Tale ostacolo si toglie col far ese^ruire diversi e forzati movimenti al braccio , sotto i quali si seme talvolta lacerarsi la capsula , ed allora ripigliando le estensioni , si può ottenere la compiuta riduzione. Questo ripiego e riuscito più volte a Desault. Esso si vede essere stato usato una volta anche da Siebold , ma non fy possibile tuttavia di ritenere a sito V omero così ridotto (a). Boyer non si mostra gran fatto propen¬ so ad ammettere questo supposto della strettezza nell’ apertura della capsula , ed ha sospetto , che quando i gran movimenti hanno giovato alla ridu¬ zione , ciò potesse essere derivato dalla stanchezza indotta ne’ muscoli ; ma nella osservazione settima delle Opere di Desault tom. 3.^^ si vede che i muscoli hanno opposta una eguale resistenza anche dopo r impiego di que’ movimenti , e altronde Io stesso trovai nella sezione d' un cadavere , morto pochi giorni dopo i tentativi inutili per la riduzione dell’ omero , 1’ apertura della capsula così ristretta , che la testa dell’ osso non vi poteva assolutamente rientrare senza previa dilatazione. CclUseti è pur uno che ha veduta tale strettezza.

20 r. Nelle lussazioni antiche egli e pur neces¬ sario di dare all’ osso que’ grandi movimenti in tutti 1 versi , per rompere le aderenze tutt’ all’ intorno e lacerare il tessuto cellulare condensato , che serve di capsula accidentale ; indi si tenta colle più ef-^

(a) Chirurgo Tagelucht^ Oss. S5.

Lus sazio ni delle ossa

^104

ficacl estensioni (f92) Li rld!jz,ione. Oltre gii esem- pj citati (28) , Desan It parimente aveva riposto lussazioni dell' omero di tre mesi, ed anclie pn.i di quattro , Inclinando egli perciò ad un certo aidi- mento in farne la prova.

202. Per Istancafe pòi la resistenza de’ muscollji non solo si dee insistere nelle estensioni , ma De- sault premetteva una specie d’ estensione continuata per una mezza , 0 anche per una intera giornata , ponendo il membro nell’ apparecchio della fiattura della clavicola , che tira in fuori la spalla ugual¬ mente che 1 muscoli ; ciò però s’ Intende di fare soltanto nelle vecchie e difficili lussazioni , ed è stato fatto da altri anche per tempo più lungo col polispasto.

203. E' bene talvolta per la riuscita della ripo- sizlone il dipartirsi dagli esposti metodi e provarne qualche altro differente. fP^hite ( Cases in Surgery ) rid asse alcune vecchie, lussazióni che avevano resi¬ stito ad altri tentativi , mediante un metodo suo particolare. Supponeva egli , che per far rientrare la testa dell' osso in cavita fosse necessario di far r estensione del braccio nella stessa direzione , in cui era quando si slogò ; questa veramente non si può sempre sapere^ ma e noto che il braccio non può slogarsi , che tìw^ndosi alzato ad angolo ot¬ tuso , o anche in direzione del tutto verticale. Per¬ ciò égli fece attaccare un anello ad una trave della soffitta , e ad essa una carrucola con annesso un laccio fissato al carpo : fece tirare finché il malato fu interamente sospeso in aria , ordinando però a due assistenti che ajutassero a sostener il braccio presso il gomito , perchè non cadesse tutta la forza sul carpo. Con tal piocedere ottenne di

delle estremità svperiori. I05

S'mtsover r osso , che qìialché volta con questo solò andò a sito , ed altre volte vi abbisognò V Impulso del calcagno. In un caso fece alzar da tèrra il malato , facendo prendergli il càrpb da’ soli assi» stenti, montali sópra una tavola. Bromfield ^ olle nne successi simlìi , facendo pure sospèndere il malato pel braccio , è di più dando una spinta all’ indietro, subitanea e forte alla scapola ( Chir. Obs. ).

204. Io ho provato una volta il metodo di ÌFÌiite senza effetto ; contuttociò non desistetti dalla massima di alzare assai il braccio fino alP angolo ottuso col tronco nel cominciare le estensioni , per quindi abbassarlo , o farlo abbassare , allorché la testa è sniccbiata di sotto all’ orlo della cavità glenoidea ; e con replicate sperìenze restai convìnto esser questa una delle migliori maniere per ridurre la lussazione del braccio , purché insieme si avverta di rendere stabile la contraestensione , come si è accennato. Ed è alcune volte accaduto di vedere saltata la testa in cavità nel tempo che ancora ti- ravasi a braccio alzato. Anche Pareo tirava sul braccio rialzato per ridurne la lussazione (a).

205. Di questo grande vantaggio di cominclaré l’estensione del braccio lussato, tenendolo alto, si possono dare due ragioni : una è di scostare e dis- impegnare la testa dell’omero dall’orlo della ca¬ vità glenoidea : 1’ altra di rilassare così il muscoli deltoide , dalla tensione del quale viene la maggìot Ireslstenza. In fatti stando alla regola di Petit ^ Du^- i^erney ^ Pouteau ed altri, che ì muscoli sono sem¬ pre più tesi dal lato opposto a quello , dove 1' oSs©

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(a) Lib. 16, cap. 22,

Ìo6 Lussazioni delle ossa

si è portato , si vede che nelle lussazioni special¬ mente Inferiori dell’ omero , le quali da qualché deviazione in poi sono le più frequenti , Il deltoi¬ de debb’ essere II più teso , e per conseguenza il più opportunamente rilassato coll’ alzamento del braccio. Ed ecco un esempio da aggìugnersi agli altri in appoggio della massima generale da noi adottata, che per rimettere una lussazione uopo sia il cominciare dalla stessa attitudine, in cui èra T osso allorché cominciò a slogarsi.

206. Resta però ad avvertire , che attenendosi a questa regola, bisogna dipartirsi dalla pratica di Desault^ che era di collocare il malato sopra un’ alta scranna, e di cominciare a tirare il braccio nella stessa direzione in cui ritrovasi, cioè senz' al¬ zarlo punto dalla sua positura, che è sempre abbas¬ sata ad angolo acutissimo e poco lontano dal pa¬ rallelismo col tronco.

207. La maniera di DèsauU può riuscire allor¬ quando la testa non h punto incastrata sotto l’orlo della cavità glenoldea ed il deltoide poco teso; ma in caso contrario giova premettere l’ alzamento cho abbiamo raccomandato.

208. Se la lussazione sarà anteriore o posterio¬ re, potrà convenire sullo stesso principio, oltre r alzamento del braccio , il cominciare a portarlo col gomito più Indietro nella prima , 0 più avanti nella seconda. Di più aggìugne Rossi^ che in questa debba farsi T estensione coll’ antibraccio disteso per rilassare il grande anconeo che trovasi in tensio¬ ne , e in quella piegato , per rilassare il bicipite* In qualche caso si trova altresì utile l’ alzare la testa deir omero con un traverso di legno imbottito ed ingrossato nel mezzo. In altri giovò il dare alla

delle estremità superiori, lOJ

scapola una spinta, o scossa all’ Indietro per alli¬ bare la contraestensione , allontanando così la sca¬ pola daironieio (2o3).

209. Osservò Erornpeld nelle lussazioni dell’ o- mero slogarsi insieme anche il lungo capo dei bi¬ cipite , sortendo dalla doccia dell’ t)ri:jero stesso , Ò per farlo tornare a sito , è consiglto di Kirkland e Bell di far varj movimenti coi braccio. Si dee però schivare di troppo alzarlo , pei”chè ricader potrebbe fuori di sito ( La Motte Ordinariamente per altro il detto tendine torna a luogo da se insieme all' osso. Se resta fuori rimane alia parte dolore , rigidità e tensione più dell’ usato , i quali incomodi cessano al momento che se ne procura la riduzione.

210. Rimesso a luogo l’ osso j è necessario te- nerlo quieto, ed assicurato, almeno per alcuni gior¬ ni , legando la parte inferiore dell’ omero contro il petto ed evitando soprattutto i movimenti di e- levazione. fasciatura spica non giova che a con» tenere i topici che possono abbisognare. Questi sa¬ ranno ammollienti a principio , e solamente tardi , e sull’ ultimo corroboranti. Vi suole abbisognare un mese e più per ricuperare l’intera libertà de’ mo¬ vimenti ; alcuni ammalati però di lussazione tosto riposta bari potuto usare del braccio quasi subitOj, o in pochissimi giorni. Qualora il braccio appena riposto presenti una singolare e straordinaria mobi¬ lità , è da temere maggiormente la ricaduta e deesi tenere assicurato per un tempo più lungo.

21 1. Lussazione deW antibraccio. Il cubito ed II raggio unitamente possono nella loro articolazione coir omero slogarsi principalmente in tre modi , cioè all’ indietro, all’ indentro ed all’ infuori. La lussa¬ zione in avanti ncn potrebbe aver luogo , se non

so8 lussazioni delle ossa

colla frattura dell’ olecrano. Un esemplo pero di questa lussazione , senza frattura / ma solo accom¬ pagnata da grande lacerazione , è riportato da Evers (a).

212. La lussazione all' Indietro è la pia fre¬ quente , e suol farsi compiuta nelle cadute sulla mano coll' antibraccio disteso per ripararsi. In tal caso le ossa dell’ antibraccio vengono spìnte all’ insù e r omero àll’ ingiù , e tendono ad accavallarsi i’ uno sopra dell' altro , senza che la corta apofisi coro- noide possa sempre impedirlo ; onde In questa lus¬ sazione quanta parte hanno le ossa deli’ antibrac¬ cio , altrettanto e forse maggiore smovimento sofFiO r omero. In fatti Desault ha trovata In un caso la capsula rotta tanto all’ indietro dalle rimontate ossa deir antibraccio , quanto anteriormente , per lo scivolamento dell’ omero all’ ingiù ed in avanti. Di più in questa lussazione , quando 1’ accavallamen¬ to delle ossa sia portato ad un punto eccessivo , suol essere piuttosto l’ omero , il quale tea i te¬ gumenti e sorte per la ferita , di quello sieno le ossa deir antibraccio ; onde una tal lussazione po¬ trebbe con ragione per lo meno eguale chiamarsi dell’ antibraccio sull’ omero , come deli’ omero sul- r antibraccio. Petit credeva che tal lussazione per lo più si facesse per qualche sforzo violento dalla parte della flessione, ma poi egli stesso ne un esempio di slogamento fattosi ad antibraccio disteso, ed è appunto in tal positura che a ragione soste¬ neva Desault , doversi fare comunemente sìmili slo¬ gamenti. In questi poi lo spostamento deille ossa

(a; Neae Bemetkungén i unà Urjahrungen etc, G'ùltlng i787*'

delle estremità superiori, SO9

consiste in ciò , che V apofìsi coronolde del cubito passa dietro la troclea articolare dell’ omero , arri¬ vando sino alla cavità posteriore destinata a ricever r olecrano , il quale scorre più in su alia l’accia posteriore dell’ omero. Il raggio poi trascorre dìetroi ed al disopra della piccola testa dell’ omero con cui era articolato.

213, Le lussa/doni laterali dell’ antibraccio non possono essere compiute senza un guasto totale deir articolazione ; e sogliono più d’ ordinario essere incompiute. Esse si fanno in conseguenza di un colpo , che porla xìolentemente 1' estremità inferiore deli’ antibraccio all’ infuori 0 all’ indentro ; onde ne viene lo smovimento della parte superiore in senso opposto,. Qualche volta è un colpo immediato la¬ terale alla parte superiore dell' antibraccio , che spinge le ossa dal lato opposto. La percossa di un bastone ruppe il cubito al terzo superiore e slogò il raggio al lato opposto. In questo caso fu il cu¬ bito stesso che cedendo al colpo portò fuor di luo¬ go il raggio adjacente. Talora forse anche in que¬ sta lussazione laterale sarà E omero che in una ca¬ duta obliqua forzerà uno de’ lati deli* articolazione ^ portando lo slogamento , indipendentemente dalle ossa dell' antibraccio.

214. Nella lussazione interna incompiuta l’ ole- ciano è dietro la piccola tuberosità dell’omero, la prominenza media di lui, ossia la troclea articolare^ sporge piu in fuori del raggio corrispondente all’ e- minenza articolare interna dell’ omero , che allora riposa sull’ affossamento esterno della grande cavità sigmoide dei raggio. Si ^ altresì veduto il cubito perdere intieramente In questa lussazione 1 suoi rap¬ porti coir omero, ed il raggio essere trasportato al

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Lussazioni delle ossa

disotto della sua eminenza interna ; e questa lus¬ sazione è stata riguardala da alcuni per compiuta ,, riserbando altri questo nome ai caso , in cui le due estremità articolari delle ossa non si corrispon¬ dano più in alcun modo.

2 1 5. Nella lussazione in fuori T olecrano corri¬ sponde al condilo esterno , la prominenza media deir omero corrisponde all' affossamento interno del¬ la grande incavatura sigmoide ; la piccola te.^ta deir omero , corrispondente all’ affossamento esterno; il radio e all’ infuori e l’ omero fa prominenza al- l’ indentro. Del resto questi cangiamenti di rapporti, al dire di Desault . variano singolarmente , e la teoria parla con precisione più della pratica. In generale la lussazione all’ infuori accade , al dire di lui , più frequentemente di quella all’ indentro ; e quasi sempre nell’ una e nell’ altra si rompono i legamenti laterali.

21 6. Per conoscere la lussazione posteriore è da notare , come in Istato naturale nell’ estensione del- r antibraccio sul braccio , l’ olecrano è a livello del condilo interno ed un poco al disopra dell’ e- 5terno. Nella flessione egli discende al disotto di ouesto livello , e inoltre trovasi 1’ olecrano sempre più vicino al condilo interno che all' esterno , al¬ lontanandolo il raggio da quest’ ultimo. Ma nella lussazione cui parliamo , 1’ olecrano si trova a livello de’ due condili , quantunque 1’ antibraccio sia piegato, e di spesso si allontana dall’ interno per avvicinarsi all’ altro. Di più 1' olecrano fa maggior prominenza all’ indietro , e sul davanti si sente i'e- ininenza trasversale dell’ omero , che suoi essere più sensibile dal lato Interno ; ed al disotto quella emuietaza avvi un affossamento , dipendente dalla

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delle estremità superiori.

mancanza dell’ apofisì coronoìde , sfuggita all’ in¬ dietro ; r antibraccio un po’ più corto si trova in una semiflessione costante, e insieme in pronazione nella più parte de’ casi ; qualche volta in supi¬ nazione.

217. Nelle lussazioni laterali si trova 1’ antibrac¬ cio diretto colla sua estremità inferiore all’ infuori nella lussazione interna, ed all’ indentro nella estera na , e sempre un po’ piegato. Di più scorge una prominenza al lato interno o esterno dell’ ar« tlcolazione , ed una denressione o mancanza alla parte opposta : cioè scorrendo d’ alto in basso colle dita lungo la parte laterale dell’ omero , nella lus¬ sazione interna si viene ad incontrare una protube¬ ranza ai lato interno ed una mancanza all’ esterno, subito dopo la fine dell’ omero , il di cui condilo interno in questo caso non si può sentire , mentre r esterno sporge maggiormente del solito , ed a| contrario. La lussazione pertanto sarà da quella parte , dove s’ incontra la prominenza , venendo dall’ alto in basso. Ma se in vece va scorrendo colle dita di basso in alto, cioè dall’antibraccio 9II’ omero , s’ incontrerà la prominenza dell’ omero dal lato opposto della lussazione , e la depressione al disopra del sito della lussazione'; onde ne può nascere uno sbaglio di credere una lussazione in vece dell’altra, come è stato notato da Henckel ^ citato da Bot^cher. Ciò però è sempre nel supposta più ordinario che in tali lussazioni abbiano a con¬ siderarsi come attive le ossa dell’ antibraccio , e passivo l’ omero , cioè che sieno desse , le quali si sloghino sull’ omero medesimo ; ma ritiene altresì, che talora , come disse , 1’ omero stesso si sIq- gbl sull’ antibraccio , e non questo su quello.

tlZ Lussazioni delle ossa

218. Le lussazioni dell’ antibraccio, specialmen'ta jfnperfette , o laterali , sono dllBcili a precisarsi , e spesse volte in pratica non vengono conosciute ab¬ bastanza per tempo da potervi rimediare colla ri¬ duzione ; tanto più che tali slogamenti soglion es¬ sere accompagnati da notabil gonfiezza che rende molto incerta e dubbiosa la diasriiosi. Si può an-

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cora confondere la lussazione colla frattura , per la crepitazione prodotta dalla confricazione delle ossa slogate.

219. Quindi accade non rade volte d'incontrare la lussazione imperfetta del cubito non istata rico¬ nosciuta a principio , e perciò resa di già irredu¬ cìbile ; onde rimane a’ malati una lunga imperfe¬ zione nel braccio , e qualche difetto perpetuo nei movimenti ; mentre però in altri V uso dell' anti- Jiraccio si torna col tempo a riacquistare discreta¬ mente. Nell’ opera di LéveiUe sono accennati due casi di lussazioni laterali imperfette del cubito al-, r indentro , non istate riconosciute, e che lasciarono difetto permanente nel movimento.

. 220. Non meno frequenti sono le sviste che ac¬ cadono nelle lussazioni perfette del cubito all’ in¬ dietro , le quali non vengono conosciute a princi¬ pio o per la grande gonfiezza che tarda sovente cotanto a dissipar.^ , da non esser più in tempo di ottenerne la riduzione , aUoraqóando si viene a scoprirla : ovvero per quell’ ingannevole senso di crepitazione , che danno le ossa slogate nel farle muovere le ime sopra le altre. La diagnosi parmi ancora più difficile ne’ ragazzi , ove l’ olecrano è meno prominente , per farsi distinguere col suo grande sporglmento all’ indietro ; che però non ha bastato tuttavia ad impedire anche in diversi adulti lo sbaglio.

deìle estremità superiori, Il3

221. Di questi errori nella diagnosi delle lussa¬ zioni deli’ antibraccio ne debbono essere succeduti sempre non pochi, onde non è attendibile l’asser¬ zione di Eistero (a) , ove dice conoscersi faclllssl- mamente le lussazioni del cubito. Quando leggo in Pareo (b), che dice aver veduto molti restare col- r anchilosi del gomito per la frattura dell’ antibrac¬ cio , sarei tentato di credere , che molte fossero lussazioni , credute fratture , in grazia della ridetta crepitazione, perchè in fatti non è cosa facile il vedere l’ anchilosi dopo le sole e vere fratture dei- i' antibraccio.

222. Dubito ancora che lussazioni del cubito non conosciute, per conseguenza riposte, fossero quelle accennate dal Nannoni , ove restò T inflessi- Liìità dell’ articolazione (c). Bisogna per altro che qualche volta non siavi veramente che 1’ apparenza della lussazione in certi casi , ne’ quali lo stesso Pratico dice notarsi un tumor duro riella piega del cubito, che pure col tempo si dileguò, e viene da lui attribuito ad un Ingrossamento della cellu¬ lare della vaginale del bicipite. In questo senso tale tumore si assomiglierebbe ad un altro, che appare alla regione del pronatore quadrato nelle offese del carpo, che verrà piu sotto accennato. Era forse del genere veduto da NanUfOni qualche ragazzo da me trattato per forte contusione alla giuntura del cu- 3)Ìto , in cui al cedere la gonfiezza sentivasi quel tumore nella piega dell' antibraccio , però senza un corrispondente e decisivo sporglmento deli’ olecrano,

(a) Lib. ?. cap.

(b; Lib. ij. cap. 8.

^c> Trattato chirurgico toro.

Pdonteg, Voi. J'\

pag. 425. pss.

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Lussazioni delle ossa

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onde lascionimi nel dubbio se Tosse o no lussa/do- ne ; il qual dubbio non mi si è ancor tolto , pec non aver potuto rivedere uno 0 due questi am-', malati dopo la loro partenza dallo spedale.

228. L'n’ altra sorgente di titubanza si è il so-^ prawtnlre talvolta a somiglianti oTfese dell’ anli- brarcìo il tumcr bianco, siccome ha notaio in par- ^ ticolare Duverney (a) ; onde ci si presentano alle volte de’ fanciulli , ne' quali la gonfiezza traumati¬ ca , che Le velile stesso dice durare alle volte cin¬ que a sei mesi, è venuta a confondere colla scro^ fciosa cronica dei tumor bianco , ed il chirurgo in